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Salvini contro Pd e Sardine "Non mi vogliono in piazza"

Il leader leghista in Emilia replica alle accuse degli avversari: il pericolo per la democrazia non sono io

Salvini contro Pd e Sardine "Non mi vogliono in piazza"

«Berlinguer inorridirebbe a vedere Bonaccini e quelli che cantano Bella ciao in Rolex». E ancora: «Vogliono mettere fuori gioco la piadina romagnola. Per qualcuno è più grave spacciare piadine che droga». Le tenta tutte Matteo Salvini, ieri in comizio da Cesenatico, per persuadere gli elettori ad abbandonare l'attuale presidente della regione Emilia Romagna, il dem Stefano Bonaccini, e a scegliere Lucia Borgonzoni. Ricorda le liste d'attesa della sanità, la Cispadana e la Tirreno Brennero non ancora completate, le tasse del governo («me le aspetto anche sui selfie»). Anche a rischio di evocare le controverse immagini agostane dal Papeete, rivendica: «Io vengo in Romagna in vacanza e non vado alle Maldive». Ma è quando annuncia che il centrodestra è in testa ai sondaggi («la partita è aperta, siamo in vantaggio noi») che Bonaccini sbotta via Facebook: «Siamo davanti noi e cresciamo... Altrimenti non saresti qui tutti i giorni a sostituire la tua candidata». E poi: «Provate a tirar fuori almeno un'idea per l'Emilia-Romagna, perché al momento siamo solo a selfie con gattini e fango sulla nostra regione».

Ripartendo dalla piadina romagnola a rischio estinzione, Salvini mette sotto accusa il Nutriscore francese che si diffonde in Europa e dà punteggi bassi a parmigiano reggiano, grana padano, prosciutto. E annuncia una visita a breve a San Patrignano, la comunità di recupero di Coriano, in provincia di Rimini, che accoglie 1.300 persone che hanno deciso di chiudere con la tossicodipendenza. Nel mirino infatti ha anche la legalizzazione della droga, la cui assunzione, spiega, spesso è causa di incidenti stradali: «La droga fa male sempre e comunque. Mai lo Stato spacciatore». Dice la sua anche sulla famiglia: «Voglio un mondo in cui un bambino ha una mamma e un papà e viene adottato da una mamma e un papà». Insomma, una strategia dell'o di qua o di là che punta su temi concreti particolarmente sentiti in Emilia Romagna ma anche simbolici di una politica totalmente agli antipodi di «una certa sinistra, non tutta, che si nutre di rabbia e invidia sociale».

Il leader della Lega tenta anche di ribaltare l'accusa di mettere a rischio la democrazia. La campagna elettorale è stata costellata da proteste contro la presenza di Salvini e non solo delle Sardine. L'ultima è arrivata dall'Antoniano dei Frati minori di Bologna, alla vigilia della Befana del poliziotto a cui il Sap, sindacato della polizia, ha invitato proprio l'ex ministro dell'Interno. Lo spazio è tradizionalmente affittato dai Frati e dall'Antoniano è trapelato che non erano al corrente dell'invito. Sono poi comparse scritte che sembrerebbero riconducibili a gruppi anarchici (siglate con la classica A) tra cui un «Salvini boia».

Lui fa l'elenco di tutte le proteste contro la sua presenza: «Il Pd non mi vuole in piazza a Bondeno, a Faenza mi vogliono contestare le cosiddette Sardine e alcuni rioni limiteranno gli accessi, a Vigarano hanno organizzato una manifestazione anti-Lega, a Bologna c'è polemica per la mia partecipazione alla festa del Sap (che in passato aveva ospitato altri politici). Nella notte, proprio a Bologna, sono apparse scritte minacciose, e gli anarchici hanno impedito ai cittadini di avvicinarsi ai gazebo di Lucia Borgonzoni».

La conclusione è da campagna elettorale: «Siamo in un Paese democratico o in un regime comunista che soffoca il dissenso?».

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