«Siamo passati dalla cancellazione della concertazione» del governo Conte prima versione, «alla concertazione quotidiana. Con quali risultati però è ancora difficile capirlo». Una fonte sindacale scherza sulla nuova moda estiva dell'esecutivo gialloverde: convocare sindacati e associazioni datoriali ufficialmente per ascoltare, in realtà, per fare concorrenza a colleghi di maggioranza e governo. Ultimo incontro con le parti sociali messo in agenda è quello annunciato pochi giorni fa da Matteo Salvini.
Il vicepremier e ministro dell'Interno ha convocato sindacati e associazioni datoriali al gran completo il 15 luglio. Una «giornata di ascolto, confronto e proposta con le parti sociali sulla crescita del paese». Appuntamento alle 10 di di lunedì. Un'invasione di campo di Salvini a danno del collega Di Maio, che sa tanto di clima pre legge di Bilancio.
Ma c'è dell'altro. Ieri il leader leghista ha cambiato l'oggetto della sua convocazione. Dall'ascolto delle parti sociali è passato all'illustrazione della flat tax. «Abbiamo invitato per lunedì 15 luglio tutti gli attori economici principali di questo Paese per preparare una manovra economica insieme. Quindi saremo pronti per quella data».
La trattativa sulla manovra economica, insomma, si terrà al Viminale e partirà dall'argomento cardine: il fisco. Il leader della Lega Salvini ne parlerà con sindacati e associazioni di impresa prima che con i colleghi della maggioranza.
La sede per discutere riforme fiscali sarebbe il ministero dell'Economia. Dietro l'accelerazione ci sarebbe l'intenzione di Salvini di arginare anche il ministro Tria. Al dicastero di via XX settembre si sta lavorando a una riforma del fisco basata sulla riduzione delle aliquote Irpef da cinque a tre. Proposta poco costosa che piace al M5S, ma che alla Lega non basta.
Il pressing delle imprese del Nord ha convinto Matteo Salvini a riprendere in mano i dossier economici sottraendoli al M5s.
Le associazioni datoriali, Confindustria in testa, sono disposte ad ascoltare il leader leghista, anche se la proposta del presidente Vincenzo Boccia è la riduzione della pressione fiscale sul lavoro.
La flat tax leghista partirà comunque dalle «famiglie e dal ceto medio». L'aliquota sarà «al 15% dal 2020 per «i redditi di 50-55mila euro, chi guadagna un milione di euro può aspettare». Ma non è escluso «un misto di flat tax e taglio del cuneo fiscale».
Guardano con favore alla invasione di campo salviniana i proprietari di immobili. Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ieri ha annunciato che a Salvini proporrà una «flat tax per far ripartire il settore immobiliare». Quindi la «demolizione della patrimoniale introdotta dal governo Monti con la legge finanziaria del 2012», ha spiegato Spaziani Testa all'agenzia Italpress.
Primo passo: la semplificazione delle locazioni estendendo la cedolare secca anche ai negozi e riformando il sistema in maniera da spingere le società immobiliari a mettere in affitto le loro proprietà.
Sul fronte sindacale, Annamaria Furlan, leader della Cisl ha accolto con favore la convocazione: «Speriamo seguano fatti concreti e il confronto sia reale e non di facciata». Oggi si terrà la conferenza organizzativa della Cisl e Furlan presenterà l'idea di un sindacato di prossimità, un ritorno sul territorio.
Per il momento nessuna reazione dei Cinque stelle.
Un plauso da Forza Italia: «Lunedì 15 luglio per il Flat Tax day annunciato da Matteo Salvini noi tutti tiferemo per lui. Anche perché i 5 Stelle giocano per un'altra squadra»ha commentato il senatore azzurro Francesco Giro.
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