Ora la proposta è esplicita. Matteo Salvini ha deciso di mettere sul tavolo, pubblicamente, l'ipotesi che Luca Zaia già capolista della Lega in Veneto in vista delle Regionali del 23-24 novembre possa candidarsi anche alle suppletive per il seggio alla Camera che si libererebbe in caso di vittoria di Alberto Stefani. "Se lo desidererà ha spiegato il leader del Carroccio i veneti potranno scegliere Luca per farlo venire in Parlamento".
Un'ipotesi che circolava da settimane, anticipata a inizio ottobre da il Fatto Quotidiano, e che ora diventa sostanza, un tassello politico vero, utile tanto al partito quanto, forse, allo stesso governatore uscente. Salvini insiste sul valore della figura di Zaia: "La sua esperienza sarà preziosa anche per Alberto. Non c'era un vice Zaia o un simil Zaia. Io penso che Luca sarà una grande risorsa per il Veneto, poi se desidererà". La formula resta sospesa tra incoraggiamento e pressione, lasciando intendere che la decisione finale spetterà al diretto interessato: rimanere a Venezia o "portare il Veneto a Roma".
Le suppletive, però, non sono soltanto una soluzione pratica per riempire un seggio vacante. Sullo sfondo aleggia una partita più complessa, interna alla Lega e alle dinamiche di potere venete. Da un lato, qualcuno nel partito vede nella proposta un modo per sfruttare fino in fondo il grande serbatoio di consenso personale di Zaia, un traino elettorale che va anche oltre Palazzo Balbi. Dall'altro, seppure in maniera solo accennata e mai dichiarata ufficialmente, c'è chi legge la mossa come una possibile strategia per allontanare Zaia dal Veneto, dove in base agli equilibri interni e alla solidità della sua rete di amministratori tra due anni, sei mesi e un giorno potrebbe teoricamente disporre della forza politica per mettere in difficoltà la giunta e magari reclamare un nuovo ruolo da protagonista. Voci, ipotesi, illazioni forse inevitabili, ma che al momento si scontrano con quella che assume la forma semplicemente di un attestato di stima e rispetto.
Intanto la campagna elettorale entra nel vivo. Domani a Padova si terrà l'evento di chiusura della coalizione di centrodestra a sostegno di Alberto Stefani: sul palco, oltre a Matteo Salvini e a Luca Zaia, saranno presenti Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Antonio De Poli e Maurizio Lupi. Un segnale di compattezza attorno al candidato governatore, ma anche una vetrina utile per testare la temperatura della base leghista sulle prospettive future del presidente uscente.
Salvini, nel frattempo, allarga lo sguardo oltre le Regionali e ricorda un'altra partita decisiva: "C'è la bellissima competizione di Venezia del prossimo anno. Il candidato del centrodestra dovrà arrivare entro fine anno. È una città straordinaria ma complessa, bisogna scegliere il migliore". Un messaggio che intreccia le ambizioni locali con quelle nazionali e che lascia aperto ogni scenario. La decisione finale, però, resta nelle mani di Zaia.
E la domanda è sempre la stessa: il suo futuro politico passerà ancora dal Veneto o, questa volta, davvero potrebbe concretizzarsi l'approdo sul palcoscenico romano? E l'eventuale cambio di ruolo e di pelle potrebbe davvero convincerlo a giocarsi la partita nazionale, acquisendo un ruolo di primo piano nel centrodestra?