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Via Salvini, riparte l'invasione: cento milioni per l'accoglienza

Da Lodi a Palermo, da Padova a Enna: nuovi bandi per ospitare migliaia di stranieri. Alla faccia del dl sicurezza

Via Salvini, riparte l'invasione: cento milioni per l'accoglienza

Mentre il governo Conte seppur decaduto rimane comunque in carica per gli affari ordinari ecco che ritornano a darsi prepotentemente da fare i promotori dell'accoglienza. Bandi di gara, capitolati d'appalto, manifestazioni di interesse, affidamenti in economia sono le perifrasi che nei 15 mesi di ministero Salvini erano passate a ingrossare le file del dimenticatoio. Stop. Contrordine compagni. Si ritorna al triste passato: alla prodiga ospitalità e al consistente dispendio di risorse economiche, in barba al decreto Sicurezza e al decreto Sicurezza bis voluto strenuamente dal leader della Lega. Mentre gli ultimi documenti sottoscritti dai prefetti non mancano certo di novità: l'accoglienza potrà essere messa in pratica sia nei centri collettivi che nei centri costituiti da singole unità abitative. In appartamento s'intende. Insomma la macchina per infoltire le città italiane di immigrati si è rimessa in moto con buona pace dell'uscente inquilino del Viminale.

Tra i primi a sperimentare il riavvio i residenti di Lodi. Ben 45 mila. Pronta l'offerta per ospitare tra città e hinterland 800 stranieri. La spesa impegnata è di 23 euro al giorno per ciascuno. Cui sommare ovviamente il pocket money giornaliero di 2 euro e 50 oltre i 5 di ricarica telefonica. Per un trimestre costoro costeranno all'erario un milione 656 mila euro. Tuttavia anche l'area nordest non rimane immune al ritorno dei migranti. Questa volta però si stanno cercando abitazioni private dove stiparli al costo quotidiano di 18 euro per ciascuno A Padova la prefettura ha messo in campo un'offerta allettante: ben oltre 20 milioni di euro per 27 mesi di accoglienza. E scendendo giù per lo stivale si arriva a Cosenza dove saranno presto impegnati altri 28 milioni per ospitare 300 stranieri da qui al 2021. Anche Catanzaro si sta muovendo per avviare nuovi bandi, altrettanto Bari e Foggia, malgrado il centro di Borgo Mezzanone sia stato chiuso.

E ovviamente non c'è da aspettarsi che le isole siano immuni alla veloce riorganizzazione dell'ospitalità. Tutt'altro. A Enna è già in corso la nuova gara per l'affidamento del grande centro d'accoglienza provinciale. Capacità pari a 550 posti per un biennio al costo medio di 21 euro al giorno per ogni ospite. Spesa prevista 15 milioni. Mentre a Palermo ci si prepara alla nuova invasione di 1.800 stranieri. Spesa biennale contemplata pari a 30 milioni. Per completare il quadro economico non bisogna soprassedere dimenticando la quantità di costi aggiuntivi: ogniqualvolta si mette in piedi un centro di accoglienza o di fatto si rinnova di ospiti ripartono le attività di interpretariato sociale, costose e ricercate, il trasporto dei migranti dai centri alle cittadine per qualsivoglia necessità, trasferimenti o rimpatri, e non ultimo l'impegno economico che acclude le cure per la salute. Certo, conti alla mano al momento si rimane lontano dagli impegni di spesa del governo Gentiloni e Renzi quando l'ordine di grandezza degli oneri in campo partiva da un minimo di 5 miliardi annui, ma risulta difficile ora escludere che, con questo inizio, si arrivi già ai primi mesi del prossimo anno con un portafogli accoglienza pressoché prosciugato rispetto ai risparmi del ministero Salvini.

Senza nulla togliere alla volontà, platealmente espressa dalla Ue, di ospitare prevalentemente in Italia i giovani africani limitando al massimo il trasferimento negli altri Paesi. Metodo questo che porterà di nuovo a un'altra impennata del dispendio di risorse per l'accoglienza e a un'ulteriore contrazione degli investimenti per i capitoli che incidono sulla crescita.

E per ultimare la disamina di rievocazioni non si può escludere il ritorno prepotente delle tante navi da riporto delle Ong che torneranno a popolare il Mediterraneo a caccia di barconi stipati di aspiranti richiedenti asilo.

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