Salvini ruba anche il blu. È l'ultimo "scippo" a Fi

Il cambio di look della Lega a Pontida: abbandona il verde per l'azzurro simbolo dei berlusconiani

Salvini ruba anche il blu. È l'ultimo "scippo" a Fi

La trasformazione in forza autenticamente nazionale passa anche attraverso la scala cromatica. Sì, perché la svolta a tutto campo imposta al proprio movimento da Matteo Salvini coinvolge anche il «verde-Lega» che quest'anno sul palco di Pontida verrà sostituito in maniera inequivocabile dal «blu». Un colore che è sempre stato legato a Forza Italia - i suoi parlamentari nel gergo giornalistico vengono identificati come «gli azzurri» - e comunque con il centrodestra. E che secondo gli esperti evocando sicurezza, affidabilità e serenità, è più adatto a un partito che vuole sfondare al Centro-Sud e attaccare l'elettorato più moderato, senza mollare un centimetro del legame con la propria gente e con gli ex simpatizzanti dei partiti di destra, da poco conquistati dalle parole d'ordine leghiste.

I primi segnali erano arrivati già dal raduno di Pontida dello scorso anno, quando non era passato inosservato il look di Salvini in felpa blu con la scritta «Salvini premier». Ci fu chi si esercitò nell'evocazione dell'azzurro della Casa Savoia o più semplicemente l'azzurro dell'unità nazionale. Sembrava una variazione sul tema, una parentesi originale, una trovata estemporanea, un'interruzione una tantum del classico dress code del Carroccio. Ma l'attuale vicepremier e ministro dell'Interno lavora da tempo e neppure troppo sotto traccia alla rottamazione graduale di una serie di simboli legati alla vecchia leadership della Lega. C'è chi sostiene, ad esempio, che anche il sinonimo «Carroccio» - il grande carro trainato da buoi e pavesato coi simboli del comune di appartenenza attorno al quale si raccoglievano le milizie del Medio Evo, particolarmente diffuso tra le municipalità lombarde - non sia più particolarmente sugli scudi.

Davide Caparini, parlando con Repubblica, dice che si tratta di «un cambiamento cromatico rilassante, mi preoccuperei se si passasse al rosso o al giallo», con chiaro riferimento ai nemici storici della sinistra e agli alleati anomali del Movimento Cinquestelle. La rivoluzione simbolica salviniana comunque non è certo iniziata con le scelte cromatiche. Da tempo è sparita la parola «Nord» dal simbolo del partito, a fine 2014 il leader del Carroccio fondò il movimento «Noi con Salvini» per avviare - con alti e bassi, frenate e accelerazioni, sorprese e delusioni - la penetrazione leghista al Centro-Sud. La sua stessa narrazione politica, in pratica la sua strategia comunicativa, quella che ai tempi di Matteo Renzi veniva identificata come storytelling, punta a restituire una visione d'insieme e a cancellare il canovaccio classico della contrapposizione territoriale, che circoscriveva il perimetro d'azione della Lega ad aree geografiche ben delimitate.

Inoltre da alcune settimane sia la pagina Facebook della Lega che lo stesso Salvini usano l'hashtag #governogialloblu al posto di #governogialloverde, al contrario di quanto avviene sui media. Fu Luca Morisi, lo stratega social di Salvini, quando iniziarono le trattative sul contratto di governo con i grillini, a mettere subito le cose in chiaro: «Io lo chiamo contratto per il governo #legastellato o #gialloblu. Avanti, Futuro».

Lo stesso Morisi è colui che ha veicolato il nome di battaglia di Salvini ormai entrato nel gergo comune dei simpatizzanti del movimento: il Capitano. Un capitano in blu, insomma, deciso a trasformare la Lega nella Nazionale del centrodestra. Alleati permettendo.

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