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Salvini taglia l'accoglienza: meno servizi per i migranti

La direttiva del ministro: prestazioni diversificate per richiedenti asilo e rifugiati. Accordo con l'Anac per ridurre i costi

Salvini taglia l'accoglienza: meno servizi per i migranti

La direttiva è stata firmata. Matteo Salvini mette il naso nei servizi per l'accoglienza dei migranti con l'obiettivo di ridurre gli sprechi e limitare le spese dello Stato per l'accoglienza. E lo fa rivoluzionando le modalità di realizzazione dei prestizi dedicati agli immigrati. Da una parte, decide di "differenziare" i richiedenti asilo dai rifugiati. E dall'altra punta a ridurre la spesa giornaliera per immigrato che lo Stato attualmente spende (come chiesto dalla Corte di Conti).

Il nuovo modello di accoglienza, dunque, funzionerà così. Appena un immigrato mette piede nel Belpese, o lo ha già fatto, e chiede il diritto d'asilo, questi verrà spedito in un centro di accoglienza. Ma a lui saranno riservati solo i servizi minimi: vitto, alloggio e la prima accoglienza. Mentre solo una volta ottenuta una forma di protezione, sia esso lo status di rifugiato o la protezione internazionale, inizieranno gli interventi per l'inclusione sociale.

Un vero e proprio cambiamento, visto che il 60% delle richieste di asilo viene poi respinta. Per ridurre i costi, poi, la direttiva prevede una differenziazione dei servizi anche in base alla tipologia di accoglienza messa in campo. Per le piccole strutture costituite da singole unità abitative situate sullo stesso territorio o in ambiti contigui, ad esempio, verrà creata una rete di servizi in modo da produrre delle economie di scala e dunque dei risparmi. I piccoli centri di accoglienza dovranno condividere tra le altre cose i servizi amministrativi, la mediazione linguistico-culturale e l'informazione normativa.

Il colpo più grande ai costi arriverà però grazie alla collaborazione con l'Anac, cui è stato chiesto di individuare sulla scorta dei prezzi standard di riferimento e di creare un nuovo capitolato per la fornitura di beni e servizi, "comprensivo degli schemi di bandi tipo a cui dovranno attenersi i prefetti nella predisposizione delle gare di appalto di competenza". I pasti a Nord e a Sud e tra una struttura e l'altra dovranno dunque far riferimento a questi prezzi standard, evitando sprechi o furberie. In questo modo, è il ragionamento di Salvini, dovrebbe abbassarsi la base d'asta che oggi è fissata a 35 euro al giorno a immigrato.

Per questo oggi è stato firmato un accordo tra Viminale e Anac. L'iniziativa è stata presa dal Ministero dell'Interno che ha chiesto all'Anac guidata da Raffaele Cantone un supporto per controllare i bandi per la fornitura di beni e servizi per l'accoglienza dei migranti. Come raccontato dal Giornale in una lunga inchiesta, infatti, spesso nei contratti stipulati dalle prefetture con le varie coop, srl e associazioni si annidano sprechi e sperperi.

In base all'intesa stilata oggi, l'Anac "fornirà supporto tecnico-giuridico per l'elaborazione di bandi-tipo diversificati in base alle varie tipologie di ospitalità previste in Italia". Una volta che Cantone e i suoi uffici avranno iniziato il loro lavoro, si dovrebbe arrivare ad una standardizzazione deklle procedure, in modo da aiutare le prefetture a fare i bandi e risparmiare qualche soldo.

"Un uso corretto delle risorse non è interesse solo dei contribuenti ma dei migranti stessi, che sono le prime vittime di una gestione illecita e spregiudicata dei centri, come hanno dimostrato negli ultimi anni molteplici casi di cronaca e numerose inchieste giudiziarie", ha detto il Presidente dell'Anac Raffaele Cantone.

"Con questo accordo l'Autorità anticorruzione mette a disposizione il proprio know how per evitare che possano verificarsi nuovi odiosi episodi di malversazione".

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