di Franco Battaglia
Forse avremo, finalmente, un uomo nella stanza dei bottoni del mondo che salverà il pianeta. Il quale pianeta, in verità, non avrebbe bisogno di essere salvato da nessuno o da nessuna cosa e, anche ci fosse un pericolo così potente da minacciarlo, affrontarlo sarebbe, per forza di cose, fuori dalla nostra portata. Pensate solo a quei colpetti di tosse che sono i terremoti, che al pianeta non fanno neanche il solletico e al cospetto dei quali a noi non resta che stare che a guardare e, zitti, subire. I più avveduti di noi avranno saputo solo come fare a restare vivi; i più idioti avranno solo saputo parlare e parlare e parlare.
Salvare da cosa e come? Da cosa, dai cambiamenti climatici. Come, con l'interrompere lo sfruttamento dei combustibili fossili per il nostro approvvigionamento d'energia e impegnare tutti i nostri sforzi sulle tecnologie eolica e fotovoltaica.
Donald Trump avrebbe invece detto di voler rinvigorire lo sfruttamento dei combustibili fossili e tagliare ogni sovvenzione pubblica sia alle tecnologie eolica e fotovoltaica che ai programmi dell'Onu sui cambiamenti climatici, oltre che cancellare i recenti accordi di Parigi in occasione di quella pittoresca carnevalata che è stata la Cop21. Nella quale le maschere partecipanti avrebbero concordato l'insano proposito di mantenere, pensate un po', entro 2 gradi il riscaldamento globale da qui al 2100.
Se a qualcuno venisse legittimamente in mente che quello insano di mente sarei io, pregherei di riflettere sui due soggetti che in nome di questa loro fissazione sono stati premiati nientepopodimeno che col premio Nobel: l'Ipcc (cioè l'Onu) e Al Gore. Il primo, contrariamente a quel che avrete letto, non è un organismo scientifico, ma è nato, cresciuto e pasciuto all'ombra del seguente presupposto: il clima cambia per colpa dell'uomo. Come la logica insegna, da una premessa falsa possono correttamente dedursi conclusioni false, e questo è il caso delle conclusioni per le quali l'Ipcc è stato premiato col Nobel assieme ad Al Gore. Nella sua prolusione al momento di ricevere il Nobel, Gore dichiarò al cospetto degli strabiliati reali di Norvegia, che i ghiacci del Polo nord si sarebbero completamente sciolti in sette anni (si era nel 2007). Ci sono certe occasioni in cui, in un consesso pubblico o anche in un semplice salotto tra amici, qualcuno dei più taciturni presenti si chiede se non sarebbe il caso di continuare a tacere e lasciare tutti col dubbio di essere scemo, oppure parlare e togliere ogni dubbio. Gore decise non solo di parlare ma si preoccupò di ripetere due volte: Completely melted. In seven years.
Che dire? A noi, uomini da poco, ci verrebbe da sommessamente osservare che di anni ne sono passati nove e i ghiacci del Polo nord sono ancora là. Trump deve aver concluso che non era più sopportabile lasciare che il mondo fosse governato da questi truffatori: Global warming is a hoax!, ha informato gli americani in campagna elettorale. Lo hanno votato. Eh già: quella del riscaldamento globale è una truffa. La truffa del secolo.
Con la quale si sono smodatamente arricchiti, nel mondo, alcune centinaia di grandi parassiti e, di riflesso, moderatamente arricchiti alcune migliaia di piccoli parassiti e, infine, cibati di briciole alcuni milioni di insignificanti micròbi. Nel complesso costoro sono il vero pericolo planetario, che Trump avrebbe dichiarato di voler affrontare. Che Dio lo protegga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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