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"È una sanità da guerra: così renderemo immuni 8,5 milioni di lombardi"

L'assessore al Welfare: "Pronta la mappa di hub e spoke per vaccinare 7 giorni su 7"

"È una sanità da guerra: così renderemo immuni 8,5 milioni di lombardi"

Letizia Moratti, assessore regionale al Welfare come sta andando il Piano vaccini lombardo?

«Presenterò domani (oggi, ndr) in giunta un aggiornamento con la mappatura delle Ats sugli hub e gli spoke disponibili nei Comuni. Abbiamo individuato 66 strutture. A queste si aggiungono circa 600 strutture spoke per una copertura capillare del territorio. Invece la cinquantina di punti vaccinali massivi che saranno presentati oggi saranno operativi 7 giorni su 7. Le strutture andranno dai 400 ai 13mila metri quadrati».

Obiettivi confermati?

«Il piano procede speditamente. L'attività dell'assessorato e dell'Unità di crisi coordinata da Guido Bertolaso non conosce soste. È un piano ambizioso, fondamentale per la nostra Regione perché ci dovrà portare entro giugno, compatibilmente con l'arrivo dei vaccini, a immunizzare 8 milioni e mezzo di lombardi. Se i vaccini arrivano, la nostra macchina è pronta».

Operazione complessa.

«Fin dall'inizio ho voluto coinvolgere gli enti locali perché la loro collaborazione è fondamentale, come quella della nostra Protezione civile. Detto questo, è innegabile che a fronte del nostro impegno non mancano le criticità: la scarsa consegna dei vaccini è sotto gli occhi di tutti. L'incidenza delle varianti - siamo al 64% - ci ha portato a reimpostare un lavoro che aveva come priorità la vaccinazione degli over 80».

Ci saranno altri aggiustamenti nel calendario?

«Lo scorso fine settimana abbiamo raggiunto un'importante intesa con le università. Una campagna di somministrazione in 14 atenei che interesserà circa 15mila persone tra docenti, ricercatori e personale amministrativo under e over 65. Inizieremo lunedì 8 anche con il personale scolastico. Il nostro auspicio è di aumentare le somministrazioni eseguite finora, ma sarà possibile solo in base alle disponibilità».

Sugli over 80, si fanno i confronti col Lazio: viaggiano più spediti?

«Ecco, qualcuno forse cerca di metterci in competizione. Noi siamo la Regione che ha somministrato più dosi, 686mila in totale, di cui oltre 127mila agli over 80. Hanno ricevuto prima e seconda dose 25mila ultraottantenni. Il Lazio la metà. E ha iniziato prima. Dall'avvio della campagna over 80, il 18 febbraio, abbiamo fatto 72mila vaccinazioni a questa fascia d'età, già alla fine della scorsa settimana a una velocità doppia rispetto al Lazio, dove sono già a regime. Questo non vuol dire che non dobbiamo fare molto di più, moltiplicando per dieci il numero di vaccinazioni, quando arriveremo al massimo sforzo. È un problema nazionale, dovuto al taglio delle consegne, se solo circa il 2% della popolazione risulta vaccinata alla seconda dose (in Lombardia siamo al 3%), mentre dobbiamo arrivare rapidamente a una copertura del 70-80%».

Novità nell'approvvigionamento delle dosi e sulla produzione autarchica?

«È una vera e propria sanità di guerra. Siamo in contatto continuo col Governo perché distribuzione e piano consegne sono fondamentali. La speranza è che vengano rispettati. Il vaccino è la nostra unica arma, efficace ma dobbiamo averlo. Per sopperire alle carenze abbiamo chiesto l'allungamento del periodo previsto per il richiamo. Dove è stato fatto i risultati sono stati positivi. Non possiamo perdere un minuto di tempo. Per la produzione interna abbiamo studi che nulla hanno da invidiare a quanto fatto all'estero. In questo senso la Lombardia si è dimostrata ancora una volta un'eccellenza. Anche il Governo con il neo ministro Giorgetti sta seguendo la fattibilità della produzione interna».

Altre zone rosse locali?

«Guardiamo con attenzione e qualche preoccupazione ai numeri, evitando un eccessivo allarmismo. Le varianti hanno cambiato gli scenari. In alcune zone la situazione è critica e la previsione di fasce rosse e fasce arancioni rafforzate contiene l'impatto del contagio, scongiurando di mandare sotto stress ospedali e terapie intensive. Questa soluzione ci sembra possa essere strategica, senza bloccare la vita quotidiana e le attività».

Si possono prevedere altri interventi?

«Il monitoraggio è continuo, siamo sempre pronti a rimodulare disposizioni e restrizioni sul territorio. Come accadrà con le nuove regole per la provincia di Como e per alcuni comuni di Milano, Pavia, Mantova, Cremona. Restano tutte le raccomandazioni a uno stile di vita prudente con grande attenzione all'igiene personale e al senso civico.

Massima prudenza e buon senso ci possono far guardare al futuro con cauto ottimismo per cercare di riappropriarci della nostra quotidianità, ma senza eccessi».

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