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Sanitopoli in Abruzzo, la Cassazione annulla la condanna a Del Turco

Ora si dovrà celebrare un nuovo processo per riscrivere la sentenza d’appello emessa dalla Corte d’Appello dell’Aquila

Sanitopoli in Abruzzo, la Cassazione annulla la condanna a Del Turco

L'inchiesta e il processo sulle presunti tangenti nella sanità abruzzese hanno di fatto stroncato la sua carriera politica. Oggi, però, la Cassazione ha annullato la sentenza che lo aveva visto condannare per associazione a delinquere. E delle accuse granitiche di cui aveva parlato il procuratore capo nel giorno dell’arresto non resta più nulla. Per l'ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano del Turco, si profila così un nuovo processo.

Tutto da rifare. Si riparte dalla Corte d'Appello, ancora una volta. "Questa vicenda e quattro processi si frantumano con questa sentenza della Cassazione - commenta Del Turco - tutto ciò è la prova della situazione drammatica in cui versa il sistema giudiziario. Fortunatamente sono salvo perchè ci sono ancora molti magistrati fedeli ai principi della Costituzione". Per l'ex governatore, ieri sera, i supremi giudici della VI sezione penale della Cassazione hanno, infatti, disposto un processo d'appello-bis sulla "Sanitopoli" Abruzzo trasmettendo gli atti alla Corte di Appello di Perugia. Viene così a cadere il teorema su Del Turco che lo aveva visto condannato per il reato di associazione a delinquere. Diventa definitiva, invece, la condanna per induzione indebita. I giudici di Perugia, dunque, oltre a riesaminare la questione del reato associativo, dovranno determinare la pena e le statuizioni civili relative al reato di induzione indebita.

Del Turco fu arrestato il 14 luglio 2008 assieme ad altre nove persone, tra cui assessori e consiglieri regionali. L'ex governatore fu detenuto in carcere a Sulmona per 28 giorni e, poi, trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari. Qualche giorno dopo l'arresto, il 17 luglio 2008, Del Turco si dimise dalla carica di presidente della Regione e, con una lettera, si autosospese dal Pd, di cui era stato uno dei saggi fondatori e membro della direzione nazionale. Da quel momento ha avuto inizio il calvario giudiziario. La sentenza d'appello, che lo aveva condannato a quattro anni e due mesi di reclusione, ha però dimezzato la pena dopo aver demolito gran parte del castello di accuse che al primo grado erano state prese per buone. Le accuse, come aveva dimostrato anche ilGiornale, sono sempre provenute da un solo teste e non sono mai riuscite a dimostrare alcun passaggio di mazzette.

"Il processo ha costruito una montagna schiacciante di fango - commenta ancora Del Turco - sono passati cinque anni dall'arresto e tutto si risolve con macchie di fango sul viso di persone perbene". L'ex governatore non dimentica quei ventotto giorni di isolamento in una cella a Sulmona: "Un letto, una porta con le sbarre e quattro secondini che mi controllavano a vista. Forse pensavano che mi sarei suicidato.

Invece sono stati i processi a frantumarsi".

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