Eh sì, ieri, per fortuna c'è stata tanta, tanta musica. Di tutti i tipi e per tutti i gusti, da quella tradizionale alla trap. Una serata infinita, fino all'una di notte, per permettere la carrellata di tutti e 24 gli artisti in gara, condita dai simpatici sketch di Bisio, Virginia Raffaele che con Favino ha fatto morire dalle risate, Claudio Santamaria e dall'immensa vocalità di Bocelli. Momenti leggeri che hanno un po' coperto gli echi delle polemiche e delle tensioni che a casa gli spettatori non vedono ma si registrano qui sul roof del teatro Ariston, sede della sala stampa del Festival. Perché, nonostante le promesse fatte da Baglioni di portare l'armonia a Sanremo, poi la realtà è un'altra. L'altro ieri il presentatore si è auto-censurato evitando di parlare di qualsiasi cosa che non fosse la musica. Ieri mattina non si è neppure presentato in conferenza stampa, giustificato dalla necessità di concentrarsi sul debutto della prima serata. Addirittura sui siti sono circolate indiscrezioni su sfuriate di Baglioni, arrabbiato per le critiche che gli sono piovute addosso e addirittura su un suo possibile abbandono del campo, voci subito smentite dalla Rai. In apertura di serata, per sottolineare tutto questo, ha fatto eseguire una coreografia sulle note di una sua canzone, che recita «Voglio andar via...», e poi ha scherzato ma non troppo: «Lasciatemi parlare che forse è l'ultima volta».
A presenziare sul campo in conferenza la direttrice di Raiuno Teresa De Santis che, dopo essersi esibita nell'apologia della «contiguità amicale» per rispondere alle critiche sul conflitto di interessi del presentatore con la società di promoter F&P (vicenda che finirà in commissione parlamentare di vigilanza), ieri ha ideato anche il concetto di contiguità «nazionale». In sostanza - ha detto la neo direttrice - sono decenni che il Festival vive grazie agli appalti esterni, e poi in Italia c'è stato un ventennio di conflitto di interessi (il riferimento è ovviamente a Berlusconi), figuriamoci cosa sia quello del presentatore-dittatore di questo Sanremo. Insomma, si sa, in Italia fan tutti così... E lo sappiamo bene che fan tutti così, ma se a certificarlo è un alto rappresentante della tv di Stato, forse c'è qualcosa di sbagliato. E, forse, c'è qualcosa che non va in una direttrice che, invece di rispondere a una legittima domanda da noi posta in maniera cortese (come può la Rai, che dice di voler cambiare, evitare in futuro queste situazioni?), se ne esce con questa frase: «E poi lei (intendendo la sottoscritta) gli intrecci tra politica e comunicazione li dovrebbe conoscere molto bene...». Come a dire che chi lavora per il Giornale della famiglia Berlusconi dovrebbe evitare di porre queste domande...
Siparietto (incredibile) a parte, la stessa direttrice ha voluto anche mandare un messaggio rassicurante all'attuale governo, grazie al quale - tra l'altro - è salita sullo scranno del primo canale. In riferimento ai testi di alcune canzoni che trattano temi di disagio sociale, migranti, violenza domestica, ha detto: «Se chi governa dovesse trovare aggressività in quello che si esprime nel Festival io penso che sbaglierebbe. Ma non credo che ci sia questa mancanza di intelligenza». E aggiunge: «La dimensione politica è una parte fondante dell'esistenza». E allora non si capisce perché una risposta di Baglioni sui migranti sia diventata un caso nazionale. «Perché quella risposta si è trasformata in un comizio», spiega la De Santis. Ma anche questo è ormai un capitolo chiuso. La direttrice ha - evidentemente - già deciso che non ci sarà un Baglioni ter. «L'anno prossimo sarà il Sanremo numero 70. Vorrei fosse un'edizione corale, forse bisognerà avere un'idea in più rispetto ad altre edizioni». Insomma, è già divorzio, per volontà di entrambe le parti. Per fortuna, oltre alla musica, a suonare sono anche le casse della tv di Stato.
A fronte di una spesa complessiva di 16 milioni, la raccolta pubblicitaria - come ha spiegato il presidente di Rai pubblicità Antonio Marano - è salita quest'anno a 31 milioni, record assoluto. Risultato: 15 milioni netti di guadagno. E, questo, alla fine è quel che conta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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