Sabato si terrà l'udienza preliminare del processo a Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso riguardante la nave Gregoretti che nel luglio 2019 era stata bloccata per vari giorni dalla Guardia Costiera per ordine del leader della Lega che, all'epoca, era vicepremier e ministro degli Interni del governo gialloverde. L'Italia, come sempre, si divide tra giustizialisti e garantisti e così ilGiornale.it ha deciso di raccogliere l'opinione dello scrittore Christian Raimo e del giornalista Piero Sansonetti su questo tema.
Matteo Salvini va condannato? E, se sì, perché?
Raimo: “Per me la questione non è giuridicamente interessante. Ma trovo risibile la difesa di Salvini della difesa del territorio italiano perché le persone che arrivano su dei gommoni e rischiano la vita in mare non ci vogliono fare una guerra. Hanno semplicemente desiderio di una vita migliore”.
Sansonetti: “Salvini non va condannato perché non ha commesso il reato per il quale è accusato e non andava neanche mandato a processo perché è un ministro che ha fatto delle scelte che io ritengo sciaguratissime. Ma tra un reato e una scelta sciaguratissima c’è una certa differenza. Non andava mandato a processo. La magistratura ha voluto fare un atto di forza, dimostrare che è molto più potente del Parlamento che si è inginocchiato ossequiosamente come spesso fa”.
Se Salvini è un sequestratore, perché il premier Conte e gli altri ministri non lo hanno bloccato quando erano al governo insieme?
Raimo: “Anche questa è una questione posta male. Ridurre a questa la difesa da parte di Salvini sembra quelle giustificazioni che davamo ai nostri genitori da bambini: ma l'ha fatto anche lui!”.
Sansonetti: “La domanda contiene già la risposta. È evidente che è così. O Salvini è un sequestratore (e, secondo me non lo è), allora, in questo caso, lo sono tutti i rappresentanti del governo oppure i rappresentanti del governo non dovevano votare la sua messa in stato d’accusa. E aggiungo: se la magistratura sapeva che era in corso un sequestro di persona doveva mandare i Nocs a liberare i sequestrati. Se non l’ha fatto, la magistratura, ossia tutti i magistrati competenti sono corresponsabili del sequestro di persona e vanno processati. Hanno il dovere di interrompere un reato in corso”.
Durante il governo gialloverde, a luglio 2019, la nave Gregoretti è rimasta bloccata in mare per 7 giorni. Un anno dopo, con i giallorossi al potere, è stata la Ocean Viking ad aspettare per ben dieci giorni prima di poter far sbarcare i migranti. Perché, allora, Salvini va a processo e la Lamorgese no?
Raimo: “Anche questa è una questione posta male. Benissimo se Salvini o chi per lui vuole difendersi in questo modo chieda l'incriminazione di Lamorgese”.
Sansonetti: “Sono contento che Lamorgese non vada a processo e che nessuno lo abbia richiesto. Sia chiaro, io penso che i naufraghi si debbano far sbarcare e che il senso di umanità debba essere superiore alla politica e alla propaganda. Purtroppo il comportamento di Salvini è un po’ più urlato di quello degli altri, ma è identico ai vari Di Maio, Lamorgese, Minniti. Anzi, Minniti era pure più cattivo perché se la magistratura vuole intervenire sugli accordi dell’Italia con i torturatori libici non so che reati riesce a tirar fuori…”.
Nel caso Gregoretti (come per la Diciotti) la Procura di Catania aveva chiesto l'archiviazione per Salvini, ma il tribunale dei ministri ha comunque deciso di portarlo a processo. Palamara diceva: "Salvini ha ragione, ma dobbiamo attaccarlo". Non è che dietro si nasconde il desiderio di eliminare per via giudiziaria il leader del centrodestra Salvini così come è avvenuto con Berlusconi?
Raimo: “Salvini ha perso politicamente nell'estate 2019. Ha perso perché la sua strategia feroce sull'immigrazione ha incontrato una opposizione non dai partiti ma da piccole resistenze democratiche. Carola Rackete ha vinto da un punto di vista politico e simbolico. Una donna intelligente e coerente che cerca chiaramente di salvare delle persone, un politico che se ne frega. Quello è stato il punto di svolta che ha incrinato la sua narrazione, non il suicidio del Papeete”.
Sansonetti: “Non credo ai complotti, ma al fatto che i magistrati abbiano un potere mostruoso e sproporzionato in uno Stato di diritto e che, oltretutto, si rincorrono nella gara al più forcaiolo. Non basta che un procuratore dica: ‘qui non c’è nulla’ perché comunque arriva un tribunale dei ministri che respinge la richiesta di richiesta del procuratore e voglio che l’imputato sia processato ugualmente. Molto spesso mi si dice: ‘Ma come? L’hanno esaminato in nove magistrati. Perché hai ancora dubbi?’. Semplice, perché quei nove sono una garanzia per l’accusa e non per l’imputato. Di quei nove almeno uno sarà forcaiolo? Basta uno che ti perseguita, gli altri otto, che magari sono persone normali, non contano nulla. È il caso di Cosentino che 'vanta' nove anni di persecuzioni, tre anni di prigione e 520 citazioni come mafioso da parte del Fatto Quotidiano e come lui ce ne sono tanti altri di innocenti. Salvini è solo il caso più eclatante. Credo che esista un meccanismo che consenta a un numero limitato di persone non particolarmente preparati, i magistrati d’assalto che possono disporre delle nostre vite come vogliono. Possono annientarci come i bounty-killer nel Far-West, ma almeno cercavano i criminali. Loro cercano chiunque …”
A tal proposito, la leadership di Salvini si è incrinata oppure no?
Raimo: “La sua narrazione è incrinata certo perché non ha saputo rinnovarsi di fronte a una realtà che mutava. Nel marzo 2019 ci sono 5 manifestazioni politiche portano in piazza una nuova generazione al di là dei partiti: 2 marzo People, 8 marzo sciopero femminista, 15 marzo sciopero globale per il clima, 23 marzo ambientalismo contro le grandi opere, 29 marzo contro ddl e convegno sulle famiglie. Con questa generazione politica Salvini non ha carisma. La risposta di Simone di Torre Maura, 15 anni, non tanto "Non me sta bene che no", ma "È che è colpa dei rom?" alla retorica salviniana o fascistoide sulla criminalizzazione dei migranti, degli stranieri, e sul tentativo di dividere poveri italiani e poveri stranieri, è perfetta”.
Sansonetti: “Sì, si è incrinata e non solo per i casi giudiziari. Salvini ha fatto degli errori molto gravi, come spesso fanno i leader politici che guadagnano troppi consensi in un tempo troppo breve. In politica non è prevedibile che un partito, in sei mesi, vada dal 12-13% al 35%.
È difficilissimo gestirlo e Salvini non ci è riuscito. Il caso giudiziario gli ha portato solo popolarità perché l’opinione pubblica se deve esprimere un giudizio si esprime a favore di Salvini, diversamente da come farei io".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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