Il titolo della puntata era La banca criminale , ma Santoro ha messo lo stesso le mani avanti. Non tanto per sgraffignare qualcosa, come gli evasori della lista Falciani, peraltro ospite di Servizio Pubblico . Bensì per parare in anticipo il colpo del sicuro sorpasso ad opera di Virus - Il contagio delle idee di Nicola Porro (per la cronaca: 5,05 per cento contro 4,73). Lì, ospite del concorrente che va in onda dalla sua ex-postazione su Raidue, era atteso il premier Matteo Renzi. E così, in preda a un corto circuito politico mediatico professionale, nella sua anteprima il nostro Michele ha frullato una mezza dozzina di concetti che, in teoria, avrebbero dovuto sostenersi vicendevolmente. Ufficialmente c'era da presentare Falciani, l'Assange dell'evasione, «per le banche un ladro di dati e informazioni, per altri un moderno Robin Hood». Soprattutto c'era da dare la linea sull'incombente sconfitta negli ascolti, indubitabilmente causati dall'ospitata renziana a Virus (citofonare Bignardi per conferma del presunto tesoretto di audience del premier) e non, invece, dalla scelta degli argomenti: tasse, lavoro e partite Iva su Raidue, evasione fiscale e complotti vari su La7. C'era da rinfocolare la polemica sul suo addio alla Rai, giugno 2011, addossando le colpe alle pressioni berlusconiane, esemplificate dalla lettera del consigliere Antonio Verro, pubblicata dal Fatto quotidiano del suo socio Marco Travaglio. C'era da rispondere a Michele Anzaldi, deputato Pd in Commissione di Vigilanza, che ne invoca il rapido ritorno in Rai. Insomma, un sacco di cose stimolanti per il nostro Michele (con tutto il rispetto per la lista Falciani). E dunque, da allora son passati quattro anni, ma la Rai non è molto cambiata. Anzi, per allergia alle critiche, Renzi è paragonabilissimo a Berlusconi. «Oggi, caro Renzi - ha attaccato Santoro - mostra nei confronti di chi la critica lo stesso atteggiamento di fastidio che aveva Berlusconi nei nostri confronti. Non ha il suo potere, non ha televisioni e non può impedirci di andare in onda. Però può usare la forza dell'immagine che le deriva dalla sua carica per regalare ascolti ai programmi che le stanno simpatici e toglierne a quelli che le stanno antipatici. Che è anche un modo per alterare la concorrenza. Una democrazia seria non le dovrebbe consentire di discriminare tra fonti informative diverse». Cioè, presenza di Renzi al debutto di Announo a parte, nella democrazia di Santoro e Travaglio il premier non può scegliere da chi farsi intervistare, perché «altera la concorrenza». Chissà: magari ci vorrebbe un'Authority per le interviste, un Protocollo degli ospiti, un Politburo dei talk show di approfondimento. Evidentemente, non bastano la Commissione di Vigilanza e la pletora di altri inutili organismi delle telecomunicazioni...
Non scherziamo. Il fatto è che, tra i tanti temi che stuzzicano il nostro Michele c'è anche il futuro prossimo. Il contratto con La7 di Zerostudio's Srl, la società che produce Servizio Pubblico , scade a fine stagione. E anche se difficilmente Cairo rinuncerà allo share di Santoro che, insieme alla crescita di Giovanni Floris, rimane il più alto e stabile di La7, un ritorno in Rai «anche solo per una notte» stuzzica parecchio il conduttore.
Orchestrate da Anzaldi, le manovre sono cominciate. E l'insistenza sulla priorità da dare al reintegro di Daniele Luttazzi, altro presunto martire del famigerato editto bulgaro, è parsa una lodevole mozione degli affetti. Se Luttazzi fosse stato l'irrinunciabile artista della satira descritto da Santoro, avrebbe come lui trovato nuovi microfoni e nuove telecamere. In realtà, il ritorno sotto le insegne della tv pubblica sarebbe una gran rivincita per il nostro Michele. E anche se afferma di preferire che Renzi si occupi di cose più serie, pur tuttavia, «con lei pensavo che Annozero fosse finito. Vediamo se avevo ragione o mi sbagliavo», ha concluso, lanciando la palla sul campo del premier. Hai visto mai che...
È lo share della puntata di «Virus» di giovedì sera condotto da Nicola Porro che aveva come ospiti il premier Matteo Renzi e il direttore del
«Giornale» Alessandro Sallusti
Lo share di «Servizio Pubblico» su La7 con 1,131 milioni di spettatori. La serata è stata vinta dalla fiction di Raiuno con Terence Hill (25,67%) seguita da Celtic-Inter (13,75%) su Canale 5
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