New York Donald Trump è pronto ad annunciare il ritiro degli Stati Uniti dallo storico trattato con la Russia per il controllo degli armamenti nucleari (Inf), firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbachov.
Secondo i media l'amministrazione Usa dovrebbe annunciare già nelle prossime ore l'addio di Washington da quello che è considerato una pietra miliare della fine della Guerra Fredda. Un ritiro paventato da tempo, e che segue anni di controversie irrisolte sul rispetto del patto da parte di Mosca, ma che secondo gli analisti potrebbe alimentare una nuova corsa agli armamenti. Peraltro i funzionari Usa hanno anche espresso preoccupazione per il fatto che la Cina, che non è parte dell'Inf, stia guadagnando un significativo vantaggio militare in Asia dispiegando un gran numero di missili con un raggio maggiore del limite imposto dal patto. Settimane fa era stato lo stesso presidente americano a dare la scadenza del 2 febbraio, accusando la Russia di aver ripetutamente violato quegli accordi. Accuse che il Cremlino ha sempre respinto, ammonendo a sua volta la Casa Bianca su una pericolosa ripresa della corsa alle armi nucleari.
La conferma della decisione di uscire dal trattato sarebbe arrivata dopo il fallimento dei negoziati tra Stati Uniti e Russia che si sono tenuti nell'ultima settimana a Pechino. Al termine dei colloqui il vice ministro degli esteri russo Sergei Rybakov, citato dalla Tass, ha confermato che «purtroppo non ci sono stati progressi. La posizione americana è molto dura». L'ultimatum a Mosca era arrivato lo scorso dicembre dal segretario di stato Mike Pompeo, che aveva spiegato che Washington gli avrebbe concesso un periodo di 60 giorni per «tornare a conformarsi» al trattato, prima di dare formale comunicazione del ritiro. «Quando è stato firmato, nel 1987, il trattato rappresentava lo sforzo compiuto in buona fede da due paesi rivali per ridurre la minaccia di una guerra nucleare - aveva detto il titolare di Foggy Bottom - Oggi ci troviamo davanti agli imbrogli della Russia rispetto ai propri obblighi di controllo degli armamenti».
Mosca ha cominciato a compiere test sul missile SSC-8 sin dalla metà degli anni 2000, un vettore il cui raggio di azione lo rende «una diretta minaccia per l'Europa». Pompeo aveva riferito come «davanti alle irregolarità russe siamo stati estremamente pazienti e ci siamo sforzati per convincerla a rispettare i termini dell'accordo».VRob
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