L'Italia, si sa, è campione mondiale di garantismo a ore o a corrente alternata. Se in questi giorni si assiste, ad esempio sul caso Siri, a ripetute sortite giustizialiste rispetto a una inchiesta pure costellata di interrogativi, ci sono altre inchieste in cui la sinistra italiana e gli intellettuali di area hanno subito messo in campo assolute certezze.
Quella riguardante Mimmo Lucano è un caso di scuola, un episodio in cui anche la stampa solitamente poco critica verso le tesi dei pm si è mossa controcorrente, scegliendo una impostazione innocentista o giustificazionista, essendo uno dei reati contestati quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Nei giorni scorsi per il sindaco di Riace è arrivato un rinvio a giudizio da parte del Gup di Locri, questa volta per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dopo che la Corte di Cassazione aveva alleggerito la sua posizione. Accuse, naturalmente, tutte da provare. Nella memoria restano però i giudizi di chi si è subito esposto a favore di Lucano fin dalle primissime battute dell'inchiesta. Gad Lerner definì il mandato di arresto per Lucano «uno schiaffo a chi pratica il dovere dell'accoglienza» parlando anche di «pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il nostro Paese». Un pensiero e un sentimento condiviso da Roberto Saviano: «Nelle azioni di Mimmo Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile». Con una postilla: «Vi sembra possibile che il problema della Calabria, terra di narcotraffico e corruzione criminale, sia l'immigrazione?». Una impostazione che secondo un principio logico dovrebbe impedire l'inchiesta della Procura di Catania per il caso Diciotti. «Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell'Italia da democrazia a stato autoritario». Solidarietà a Lucano arrivò anche dagli ex presidenti delle Camere, da Laura Boldrini e da Pietro Grasso, «preoccupato per un provvedimento destinato a un uomo che ha avuto il coraggio di sperimentare un modello diverso di integrazione». Senza dimenticare che il sindaco di Riace venne ospitato il 21 ottobre nel salotto tv di Fabio Fazio a Che tempo che fa.
In molti hanno letto in questa inchiesta una sorta di disegno volto a contrastare il «modello Riace ». Sui social in molti hanno parlato di arresto politico, con commenti bollenti e un hashtag, diventato virale, come #iostoconmimmo. E se Alessandro Gassman ha scelto lo slogan «stay human», ci sono state anche iniziative prettamente politiche. Più di 90mila firme sono state raccolte per la candidatura del comune di Riace al premio Nobel per la pace, con l'adesione di 2.750 docenti universitari, decine di parlamentari e 1.250 associazioni. Firme inviate al Comitato del Nobel per la pace, a Oslo. A Milano sono state raccolte firme per la concessione della cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano e lo stesso è avvenuto a Crema.
È chiaro che in questo clima anche le Amministrative del 26 maggio acquisteranno un significato politico importante. Lucano, sindaco «sospeso» e ancora sottoposto al divieto di dimora nell'ambito dell'inchiesta «Xenia», è candidato a consigliere comunale di Riace.
Dopo tre legislature alla guida del piccolo comune della Locride non può più ripresentarsi come sindaco, ma ha deciso di dare comunque il suo contributo alla lista «Il cielo sopra Riace» presentandosi per il consiglio comunale. E se Lucano ha ripresentato la sua candidatura, la Lega e Forza Italia puntano a una vittoria che, come in passato avvenne a Lampedusa, avrebbe un grande significato simbolico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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