
Nello snodo decisivo del girone fatto apposta per guadagnare il mondiale, l'Italia di Spalletti si scioglie come ghiacciolo al sole e si consegna a una sconfitta dolorosissima e preoccupante. 3 a 0 per la Norvegia, tutti i gol concentrati nel primo tempo e nessun segno di vitalità da parte di una Nazionale morta nella testa e nelle gambe, senza un briciolo di energia e incapace di proporre calcio concreto. Una notte da dimenticare, il punto più basso toccato dalla gestione Spalletti. Qualche mese prima contro la Germania, fu capace di risalire la china dello stesso passivo. Qui invece encefalogramma calcistico piatto. E la Norvegia può passeggiare comodamente sulle nostre debolezze salendo a quota 9 nel girone. Questo significa che ancora una volta si avvicina l'incubo dei play off per accedere al mondiale dalla porta di servizio. È una squadra stanca, che sembra replicare la stessa avvilente prova dell'Inter in Champions.
Sotto la pioggia cantano e ballano i norvegesi e in panchina lo staff tecnico stenta a credere allo scenario che si presenta allo scadere della prima frazione. 3 a 0 per Haaland e soci conseguenza pratica di un dominio fisico e tecnico che non offre scampo agli azzurri di Spalletti, impietrito sul terzo sigillo di Haaland a pochi rintocchi dall'intervallo. Preoccupati dal gigante del City, emerso solo in rare occasioni, il vero spaventa azzurri è Antonio Eromonsele Nusa, classe 2005, spina nella difesa azzurra, stella RD Lipsia, cresciuto nel Bruges (forse era il caso di prendere lui invece di CDK): un assist sul primo sigillo di Sorloth, un gol, il secondo, con cui schianta mezza Nazionale, e altre ripartenze che mettono i brividi lungo la schiena di Donnarumma. Da quella parte Zappacosta e Di Lorenzo non riescono mai a prenderlo, troppo veloce, troppo funambolo. Così è un gioco da ragazzi per Haaland a fine tempo firmare il 3 a 0, verdetto spietato per la povera Italia. I primi 10 minuti della Nazionale sono un indirizzo: controllo del pallone, innocuo e inoffensivo, nessun pericolo procurato, zero tiri in porta. I norvegesi, invece di restare impigliati nella tela del ragno, ci aspettano al varco e quando ripartono a tutta velocità sono dolori.
I rammendi di Spalletti agli sbreghi sono peggio dei buchi segnalati perché Frattesi (per Rotella) non aggiunge nient'altro al centrocampo azzurro mentre gli arrivi di Orsolini e Lucca (Retegui e Zappacosta gli esclusi) a metà ripresa passano inosservati con il bilancio offensivo che resta molto misero, un tiro in porta a tempo scaduto di Lucca. Al contrario della Norvegia che con Berg scheggia il palo lontano di Donnarumma.
Da salvare solo una citazione per il ventenne Coppola, l'esordiente del Verona: si esalta in un paio di duelli orgogliosi con Haaland. Da tutti gli altri nemmeno un sussulto di orgoglio. Così, dallo spicchio del tifo italiano, può partire la contestazione per ct e calciatori.