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"Sbagliato non sostenere tutti i quesiti". I dubbi di Fdi sulla linea della Meloni

Crosetto: "La legge Severino va cancellata, è vergognosa". Arriva il no anche sulla custodia cautelare. E i militanti vanno ai gazebo leghisti

"Sbagliato non sostenere tutti i quesiti". I dubbi di Fdi sulla linea della Meloni

La linea ufficiale di Fratelli d'Italia sui referendum promossi da Lega e Radicali sulla giustizia è che quattro dei sei quesiti, quelli sulla riforma della magistratura e del Csm, vanno bene, gli altri due - quelli sulla cancellazione della legge Severino e sulla limitazione del carcere preventivo - invece no, su quelli il partito della Meloni non è d'accordo.

Ma Fdi non è monolitica su questo, ci sono anche lì sfumature tra più garantisti e più giustizialisti, per quanto pochissimi abbiano voglia di uscire allo scoperto per dissentire dalla linea della leader Giorgia Meloni, sempre più premiata dai sondaggi. Uno che non si fa problemi a dire quello che pensa è Guido Crosetto, cofondatore di Fdi. Già da settimane va ripetendo che la battaglia referendaria contro la malagiustizia italiana andava abbracciata in toto, senza distinguo. «Io li firmerò tutti e sei, considero la Severino una legge vergognosa fatta per uccidere la politica» spiega l'ex deputato. Crosetto ha dato vita insieme ad una pattuglia bipartisan di deputati, al sito presuntoinnocente.com che raccoglie storie e testimonianze di malagiustizia, si ispira come principio cardine alla presunzione di innocenza e si apre con una frase di Enzo Tortora sulle carceri «piene di disperati, di non interrogati, di sventurati, e di, come me, innocenti».

Una posizione che quindi è differente rispetto a quella ufficiale di Fdi, ma che non è isolata, altri dirigenti condividono le idee di Crosetto anche se faticano a metterci la faccia, la convinzione dentro Fdi è che molti di Fdi firmeranno tutti quanti i referendum. Una sensazione che trova conferma nei gazebo della Lega che in questo week-end, raccontano gli organizzatori, hanno raccolto le firme di militanti e dirigenti locali di Fdi. È anche probabile che l'adesione solo parziale di Fdi all'iniziativa targata Lega sia anche dovuta alla competizione interna tra la Meloni e Salvini, il quale si è infatti dispiaciuto per i distinguo di Fdi visto che «nel 2023 ci presenteremo insieme» e che il progetto è quello di una Federazione del centrodestra. Idea su cui appunto la Meloni è molto più tiepida. Ma la leader Fdi ci tiene a specificare che quella sul referendum «non mi sembra una rottura» con gli alleati, «anzi la stiamo sostenendo perchè è una mossa estremamente intelligente».

Ma quale è la linea ufficiale? La riassume così la leader di Fdi: «Raccoglieremo le firme per i referendum relativi alle necessarie riforme della magistratura al fianco di tutto il centrodestra. Faranno eccezione due quesiti per i quali non ci uniremo alla raccolta firme: quello sulle misure cautelari e quello sulla legge Severino, figli più della legittima cultura radicale che quella della destra nazionale». La convinzione della Meloni e del suo gruppo dirigente è che la modifica della carcerazione preventiva, con la cancellazione della reiterazione dello stesso reato come motivo valido per la custodia cautelare, sarebbe un regalo a spacciatori e ladri. «Io faccio l'avvocato penalista, la totalità degli spacciatori vengono arrestati per la possibile reiterazione del reato. Che facciamo, li lasciamo liberi e aspettiamo 16 anni la sentenza definitiva per arrestarli? - spiega Andrea Delmastro, deputato e responsabile Giustizia di Fdi -. Lo stesso vale per chi svaligia una casa. Ai nostri elettori che chiedono la legittima difesa chi gli spiega che poi mettiamo in libertà i ladri colti in flagrante?».

Dubbi anche sulla cancellazione della Severino, che darebbe più discrezionalità ai giudici. Lo ha spiegato la Meloni: «La sua totale abolizione significherebbe un passo indietro nella lotta senza quartiere alla corruzione e oltretutto rischierebbe di dare il potere ad alcuni magistrati di scegliere quali politici condannati far ricandidare e quali interdire dai pubblici uffici».

Ma le sensibilità anche in Fdi sono diverse e, come ripetono alcuni parlamentari, molti voteranno tutti e sei i referendum, non solo i quattro indicati dal partito.

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