Sono sbarcati ieri intorno alle 18 nel porto di Taranto i 159 migranti salvati da Ocean Viking, la nave battente bandiera norvegese gestita dalle ong francesi Medici senza frontiere e Sos Mediterraneee. Ventiquattro donne, di cui cinque in stato di gravidanza e circa quaranta di minori, tra cui otto bambini. Erano stati salvati tre giorni fa dalla nave ong che li ha intercettati in due distinte operazioni di soccorso a circa 34 miglia dalle coste libiche. L'indicazione del porto sicuro di sbarco a Taranto è arrivata dal Viminale dopo i numerosi appelli lanciati dalla nave che per le condizioni meteo proibitive e onde alte cinque metri si era riparata sotto costa nella Sicilia orientale. Una donna e il suo figlio erano già per motivi sanitari: «Il suo posto è in ospedale, non in mare durante una tempesta: è rimasta sotto stretta osservazione medica per 48 ore nella clinica della Ocean Viking», aveva fatto sapere l'ong in un tweet. Il 22 dicembre il ministero dell'Interno aveva annunciato di aver attivato la procedura per la redistribuzione dei migranti tra i Paesi Ue: «La Commissione europea ha già attivato la procedura per la redistribuzione dei 159 migranti a bordo della Ocean Viking. Francia, Germania e Portogallo hanno già manifestato le prime disponibilità ad accogliere quote di richiedenti asilo. Sulla scorta del rapporto ormai consolidato di collaborazione e solidarietà europea è stato indicato quindi Taranto come porto di sbarco». Quello pugliese è stato scelto diverse volte dal nuovo governo come luogo di sbarco delle navi ong con cui il ministro Lamorgese ha inaugurato una nuova fase di dialogo rispetto agli scontri dell'era Salvini. Sui nuovi sbarchi e soprattutto sull'indicazione di Taranto il leader leghista ieri è tornato all'attacco: «Invece di risolvere i problemi di salute e lavoro, il governo si ricorda di Taranto solo quando deve fare sbarcare immigrati». I migranti sono stati poi trasferiti in bus all'hotspot di Taranto per le procedure identificazione e foto-segnalamento.
I minori non accompagnati saranno temporaneamente sistemati in strutture comunali, mentre ora si attenderanno i funzionari dei Paesi che si sono detti disponibili ad accoglierne una parte, tra cui Francia e Germania. Dovranno effettuare le interviste ai migranti e decidere chi trasferire. Gli automatismi annunciati nelle procedure di redistribuzione infatti ancora non ci sono.
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