Scandalo su Dell'Utri malato: l'esame medico viaggia per posta

L'ex senatore è ricoverato a Roma. Ai dottori serve la risonanza fatta a Parma, ma il carcere l'ha spedita solo ieri. La moglie: "Da due anni battaglie per le cure"

Scandalo su Dell'Utri malato: l'esame medico viaggia per posta

La risonanza è partita da Parma. Per posta. Nell'era digitale sarebbe bastato un clic per inviarla ai medici del Sandro Pertini di Roma che l'aspettano con una certa urgenza. Ma con un clic è stato anticipato solo il referto. Pazienza. È l'ultima beffa burocratica cui è stato sottoposto Marcello Dell'Utri, detenuto eccellente ma schiacciato, come tutti i disgraziati comuni, dalle ristrettezze, dalla farraginosità, talvolta dalla ferocia dell'apparato carcerario italiano. Dell'Utri ha sulle spalle una condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e fino all'8 maggio era detenuto a Parma. Poi è stato trasferito, su sua richiesta, a Rebibbia e qui i suoi problemi di salute sono esplosi. Martedì scorso l'ex parlamentare si è sentito male, mercoledì si è capito che era in corso una pericolosa infezione e allora il personale del penitenziario romano ha deciso di spostarlo in ospedale.

«Al Pertini - spiega Miranda Ratti, moglie del fondatore di Forza Italia - mio marito è seguito con tutte le attenzioni del caso che non è semplice, perché l'infezione, una pericolosissima sepsi, colpisce un organismo già debilitato e provato dal diabete e dalle bizze del cuore». Per questo, davanti a un quadro clinico complesso, i medici hanno chiesto aiuto al carcere di Parma, dove l'ex senatore ha trascorso i primi due anni di prigionia: in particolare al Pertini volevano conoscere l'esito della risonanza magnetica effettuata il 7 maggio scorso, il giorno prima della partenza da Parma per la Capitale. Ieri finalmente la risonanza è stata infilata in una busta e spedita a Roma. «Purtroppo i tempi di Parma - aggiunge la signora Ratti - sono quelli che sono. Tre mesi per un elettrocardiogramma, quattro o cinque, ho perso il conto, per questa benedetta risonanza che noi, fra l' altro, avevamo chiesto di poter effettuare a Milano, presso l'équipe del professor Bernardo Rocco. Ma in quel caso il giudice di sorveglianza ci aveva risposto che non c'era bisogno di andare a Milano per quell'esame e così ci siamo dovuti adeguare».

Sono i guai che i detenuti conoscono bene e che, di solito, fanno notizia solo in due circostanze: quando dietro le sbarre finisce una persona considerata potente o quando si arriva all'estremo del suicidio. «A Parma - spiega la signora Miranda - abbiamo dovuto combattere giorno per giorno, perché tutto è complicato e difficile».

Dell'Utri è stato condannato alla fine di un interminabile processo che si è svolto fra feroci polemiche. La sentenza ritiene provati, sia pure nella formula meno netta del concorso esterno, i rapporti fra l' ex senatore e i boss di Cosa nostra. Ma solo fino al 1992. E la data è molto importante per almeno due ragioni. Il reato non è più provato nel momento in cui Silvio Berlusconi, grande amico di Dell'Utri, scende in campo e lancia Forza Italia. Inoltre, secondo gli avvocati della difesa, il gioco delle date dovrebbe far cadere la sentenza: la Corte di Strasburgo, interrogata sul caso Contrada, ha chiarito che fino al '94 il concorso esterno era troppo vago e mal definito, e solo da quell' anno la giurisprudenza si assesta e diventa omogenea.

«Strasburgo - conclude la signora Ratti - parla di Contrada ma le due storie sono in un certo senso gemelle, perfettamente sovrapponibili per il capo d'imputazione e per il periodo contestato». La querelle giudiziaria, forse, non è ancora finita.

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