Cronache

Lo scandalo Uber e la protesta dei tassisti: auto bianche ferme, disagi e tensione nelle città

Caos a Napoli e Roma, scontri a Milano. Salvini: "Norma via dal Dl concorrenza"

Lo scandalo Uber e la protesta dei tassisti: auto bianche ferme, disagi e tensione nelle città

La parte del Belpaese che usa spostarsi in taxi non ha potuto che constatare una sorta di blocco generale: quello che ieri è seguito alla pubblicazione dei cosiddetti «Uber files», un'inchiesta giornalistica sull'azienda californiana che sta facendo discutere, in via indiretta, anche rispetto al ddl Concorrenza. Quanto emerso per via dell'indagine, che è anche opera del The Guardian, ha in qualche modo prodotto un effetto concreto tra le strade italiane.

Com'è noto, nel corso di queste ultime settimane i tassisti avevano già dato vita ad alcuni scioperi, oltre che ad iniziative di protesta, ma quanto accaduto ieri sembra poter alzare i toni della discussione, che è politica. Palazzo Chigi ha fatto da sfondo ad una protesta simbolica durante cui cinque operatori del settore hanno deciso d'incatenarsi in piazza Colonna. Roma, più in generale, è stata il teatro di un vero e proprio stop degli spostamenti a mezzo taxi, con tutto quello che uno scenario così può comportare in termini di disagio per la capitale. Piazza Plebiscito a Napoli (nella foto) è stata il luogo selezionato per la protesta nel capoluogo campano. L'immagine che racconta la reunion di circa cinquecento vetture non ha bisogno di troppi commenti ed interpretazioni, e il medesimo discorso può essere presentato per gli striscioni ed i simboli che sono stati portati in piazza, con la classica bara che ha fatto capolino nella manifestazione. A Milano è arrivata la presa di posizione di Emilio Boccalini, che è il vice presidente di Taxiblu: «Dopo i due giorni di sciopero e la ripresa poi del normale servizio stanno riprendendo proprio in queste ore i colloqui con le istituzioni», ha fatto presente. Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasposti, ha raccontato quanto segue: «Ci segnalano le solite aggressioni verbali e il consueto lancio di uova ai danni degli Ncc». La palla resta tra i piedi della politica, con l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha chiesto due volte lo stralcio della parte del ddl che riguarda i tassisti per due volte in poche ore: «La Lega chiede lo stralcio della norma che coinvolge i 40mila tassisti nel decreto concorrenza. È necessaria anche l'attuazione dei decreti ministeriali come chiedono i lavoratori e il Consiglio di Stato», ha tuonato il vertice del Carroccio via Twitter.

Poi, durante una conferenza stampa che si è svolta in piazza del Campidoglio, il leghista ha deciso di rincarare la dose: «Che necessità c'è di agire sul decreto concorrenza quando nemmeno l'Europa ce lo chiede. Stralciamo la norma sui tassisti e deleghiamo al ministro la soluzione di questo problema. Mi sembra che ci accaniamo alcune categorie come i tassisti e balneari in un momento in cui i lavoratori non vanno puniti». La medesima opionione di Fratelli d'Italia, che sta continuando a chiedere la cancellazione dell'art.

10 del ddl.

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