Si è messa in moto la macchina del fango grillina contro il senatore dissidente Gregorio De Falco, uno dei cosiddetti ribelli che più si sta mettendo di traverso sul dl Sicurezza e che quindi va sistemato a dovere dai body guard M5s. La tecnica è quella ampiamente collaudata dalla ditta. Non un attacco direttamente riconducibile ai vertici, che esporrebbe il Movimento a polemiche, ma un'opera di demolizione e character assassination più sotterranea, fatta sui siti amici satelliti della galassia Cinque stelle. Un mestiere che lì dentro conoscono bene, avendo gestito a lungo una serie di siti specializzati in bufale, fake news, allarmismi vari, baggianate pseudomediche (curare il cancro con la canapa o le iniezioni di sale) e storie virali da diffondere tramite le reti social delle masse che non leggono niente ma condividono tutto, terreno ideale per le radici del M5s. Le randellate a De Falco stavolta arrivano da Silenzi e Falsità, un sito di propaganda filogovernativa grillina riconducibile alla Moving Fast Media Srl, con sede a Sestu (Cagliari), amministratore unico Marcello Dettori. Non si tratta di omonimia ma del fratello minore di Pietro Dettori, socio della Associazione Rousseau di Davide Casaleggio, fedelissimo di Luigi Di Maio che lo ha piazzato a Palazzo Chigi come «responsabile della comunicazione social ed eventi», a 130mila euro l'anno.
Il fratello Marcello Dettori, un passato anche lui nella Casaleggio Associati come Social Media Strategist dal 2013 al 2015, sul suo sito fa da megafono ai parlamentari e amici del M5s rilanciandone le dichiarazioni, inneggia al premier Conte e a Di Maio con parzialità da Istituto Luce, ma bastona chi non è allineato o critica il Movimento che garantisce il superstipendio pubblico al fratello. L'ultima ripassata è toccata appunto a De Falco, raggiunto dalla filippica di Dettori jr, che rivaluta anche il famoso «salga a bordo cazzo» detto a Schettino alla luce delle sue esternazioni poco ligie del senatore: «Evidentemente, alla luce del suo comportamento di questi giorni, con Gregorio De Falco è stato fatto un errore di valutazione al momento in cui gli è stata fatta dal M5s la proposta della candidatura al Senato. Per la verità, personalmente, non ho mai ritenuto che il suo comportamento con Schettino fosse da uomo coraggioso, ma invece da uomo alla ricerca di notorietà. Primeggiare in quella occasione era un'occasione ghiotta e non se l'è lasciata sfuggire» lo randella in un pseudoarticolo intitolato «La mala fede del senatore De Falco dissenziente de sinistra incensato da Repubblica». La tesi è che il traditore De Falco si sia venduto al gruppo editoriale di De Benedetti, informazione non si capisce bene basata su quali fonti, tanto avere delle fonti non è una preoccupazione per siti del genere.
L'ex dipendente della Casaleggio Associati Marco Canestrari, coautore di un libro inchiesta sul Movimento, descrive la tecnica come l'arma tipica usata dai grillini per far fuori chi disturba. «Quando Gianroberto Casaleggio amministrava il Blog di Beppe Grillo, se un eletto del M5s cominciava a dare segni di cedimento mettendo a rischio la testuggine romana, per usare le parole di Luigi Di Maio, la reazione era tanto semplice quanto spietata.
Si scriveva un post, o più spesso un PS, per insultare o dileggiare l'interessata o l'interessato». Nel caso specifico De Falco, su cui è in pieno corso «la merda nel ventilatore» M5s per farlo rientra nei ranghi o cacciarlo.
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