«A mio modesto parere, Matteo Salvini ha fatto il passo falso della vita. Una c... così grossa che neanche io col referendum istituzionale». È tranchant Matteo Renzi quando parla con i suoi: per il «Capitan Fracassa» della Lega si è aperta una partita rischiosissima.
E ora, dal Parlamento, potrebbe partire una risposta che «il Truce non si aspettava»: «La risposta al governo del Papeete è un governo istituzionale di garanzia, dalla sinistra estrema a Forza Italia, che salvi l'Italia dall'aumento dell'Iva». È una operazione («difficile, improbabile, ma vivaddio politica») cui l'ex premier sta lavorando attivamente. «Gli arrivano messaggini da LeU a Forza Italia - raccontano - gli scrivono cose tipo: sei l'unica speranza». E i grillini, indispensabili a fare numero per il governo TTS (tutti tranne Salvini)? «Io con quelli non ci parlo, figurarsi», insiste Renzi, «ci pensano altri». Poi arriva il post di Beppe Grillo», quello in cui il vecchio ex comico fondatore di M5s dà il via al dietrofront della Casaleggio: altro che elezioni, uniamoci al Pd e a chiunque altro per mandare avanti la legislatura. «Nel prossimo post - è la battuta che fa con i suoi - Beppe Grillo dirà che gli 80 euro erano un'ideona, Banca Etruria era ben governata, Delrio è un padre della patria e Firenze è più bella di Genova». L'ex leader Pd non sembra però convinto che i Cinque stelle siano capaci di partecipare all'operazione, sia pure «al traino»: «Sono divisi, confusi, non proprio abili nel far politica. Vedremo: certo se partisse un governo loro otterrebbero il referendum sul numero dei parlamentari, cui tengono tanto», ragiona coi suoi. Una cosa è certa: ieri mattina Renzi era imbufalito per le voci (partite, ne è convinto, dal Nazareno zingarettiano) che lo descrivevano intento a cercare l'inciucio coi grillini, raccontando di suoi abboccamenti con Gigino Di Maio: un bel salto mortale per chi ha armato l'Armageddon contro il governo Pd-Cinque stelle, nel 2018. La sua versione è molto diversa: «Ma quale inciucio con i grillini! Io farei un governo con i Cinque stelle per evitare il voto? Mai. La questione è un'altra: bisogna bloccare quel Capitan Fracassa che vuole pieni poteri. Il 20 agosto lo dirò in Senato: bisogna evitare l'aumento dell'Iva e che si facciano elezioni con lui al Viminale». Da Berlusconi, dicono i suoi, gli sono già arrivati segnali di incoraggiamento, ma Renzi è guardingo: «Vedremo, mi pare che anche il suo tavolo con Salvini sia aperto».
È proprio la fuoriuscita dal Viminale, a suo parere, uno dei problemi principali che Salvini troverà sul suo cammino dopo «l'errore» della crisi. Il Colle, ricordano i renziani, glielo aveva detto in tutti i modi: se devi decidere, fallo entro il 20 luglio. «E quello gli fa lo sgarro di combinare questo casino l'8 agosto». Ora, se il governo verrà sfiduciato, lui dovrà uscire dal ministero. «Passare dal potere al nulla richiede un fisico notevole, lo so a mie spese. Non so se lui lo abbia», ride coi suoi. Di certo, spiega ai fedelissimi poi, Salvini perderà di colpo tutta la sua struttura: «Morisi e la Bestia, il cuore della sua propaganda, usano la struttura ministeriale e sono pagati molto lautamente dal Viminale, per dirne solo una...». Un bel problema: «Se fosse saggio, dovrebbe tornare di corsa a fare pace con Di Maio», ironizza l'ex premier.
Il segretario Pd Zingaretti è però assolutamente contrario a quelle che definisce «operazioni di palazzo» che rischiano di diventare solo «un regalo a Salvini». A meno che, obietta qualcuno nel Pd, «Renzi non sappia che nei prossimi mesi sul capo della Lega arriverà qualche tegola pesante...». Zingaretti vuole andare subito al voto, ma rischia l'isolamento: con lui c'è Paolo Gentiloni, ma Dario Franceschini si è già sfilato e lavora agli stessi obiettivi dei renziani, come i capigruppo. E, quel che è peggio per Zingaretti, la sinistra riscopre Renzi come eroe anti-Salvini. «Lo fa solo per le poltrone», accusano dal Nazareno.
Ma intestandosi questa partita l'ex premier tornerebbe protagonista, e avrebbe più tempo per decidere se provare a riprendersi il Pd, o costruire qualcos'altro. Ai suoi un messaggio l'ha dato: «Io provo a fare questa cosa. Se riesce bene, se invece si va al voto usciamo dal Pd».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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