Pier Ferdinando Casini, Pierluigi Castagnetti, Rocco Buttiglione, Gerardo Bianco, Gianfranco Rotondi, fino ad Angelo Sandri e Giuseppe Pizza. Tutti bollati come «disertori». L'annosa diatriba sul simbolo della Democrazia cristiana che si trascina dal 1994, dopo querele, controquerele, appelli e contrappelli, è giunta alla sceneggiata finale.
Tutto parte dal Congresso che Angelo Sandri, autoproclamatosi segretario nazionale della Democrazia cristiana, ha indetto per oggi e domani all'hotel Porta Maggiore di Roma. «Un congresso truffa - tuona Emilio Cugliari, vice presidente del comitato nazionale soci Dc 92/93 - Né il Cdu, né il Ppi, né Sandri, né Pizza, nessuno può usare il nome e simbolo della Dc. Loro non sono né i continuatori, né tantomeno gli eredi giacché la Dc non si è mai estinta». Cugliari, nato nel 1943, lo stesso anno in cui è stata fondata la Dc, e iscritto dal 1959, sostiene che i partiti nascono e muoiono con un congresso; congresso che la Dc non ha mai tenuto. «Questo ha fatto sì che facessimo opposizione. La colpa è dell'ultimo segretario, Mino Martinazzoli, ovvero il becchino che ha cercato di seppellire il cadavere della Dc, senza prima dargli l'estrema unzione, ovvero il congresso. Per questo non è mai morta».
A tal proposito il comitato nazionale soci Dc 92/93, che conta 600 aderenti (mentre gli iscritti alla Dc sono ancora 1.742) e che il 26 febbraio scorso in Assemblea nazionale ha eletto come presidente l'avvocato veronese Gianni Fontana, ex ministro dell'Agricoltura con Giovanni Goria nel 1992/93, ha presentato istanza alla Procura di Roma tramite l'avvocato Roberto Tropenscovino, diffidando Sandri dal celebrare il congresso nazionale della Dc, utilizzando nome e simbolo del partito, in quanto sia la Corte di Appello che la Cassazione non hanno legittimato tale utilizzo. «Sandri è un perfetto nessuno, mai iscritto alla Dc - continua Cugliari -.
Questi sono nemici della Dc, come Casini che prese in prestito 2 miliardi e mezzo di lire per fondare il Ccd, soldi mai restituiti. Sono 585 gli immobili della Dc illegittimamente venduti: si sono spartiti i soldi a seconda degli incarichi. Svariati miliardi di lire. Li devono restituire».
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