Lo "sceriffo" De Luca litiga col suo Pd. E per i dem è subito "uomo di destra"

Il governatore uscente e le frizioni dopo l'ok a Fico

Lo "sceriffo" De Luca litiga col suo Pd. E per i dem è subito "uomo di destra"
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La sinistra mette in pratica la "fascistizzazione" di Vincenzo De Luca (nella foto). I voti sì, la presenza no. Dopo aver siglato l'accordo politico, la sinistra molla lo sceriffo: "È un uomo di destra". Copione già scritto. Su quali basi si poggia l'accusa mossa dal Pd al governatore della Campania? Sono almeno due gli episodi. Il primo è l'intesa con il ministro della Cultura Alessandro Giuli per la nomina del nuovo sovrintendente Fulvio Macciardi. In realtà, in questo caso, il flirt tra De Luca e la destra non c'entra nulla. La nomina di Macciardi è lo sgambetto rifilato dal governatore al suo vero avversario politico: il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Tant'è che il primo cittadino Pd ha impugnato al Tar la nomina. Il secondo episodio è l'elogio in tv fatto da De Luca alla premier Meloni: "Una donna concreta". Archiviando così la fase del litigio, culminato nell'insulto: "È una stronza", rivolto al presidente del Consiglio. Da contorno fanno le stilettate riservate di continuo al Pd: "Partito di imbecilli". Per finire con le battute sul candidato del campo largo per la presidenza della Regione Campania Roberto Fico. Però non c'è alcuna virata a destra dello sceriffo. Ma è il solito copione. D'altronde la storia politica di De Luca non lascia spazio a dubbi. È un vecchio dirigente del Pd, da sempre uomo di partito e disciplina. Ha costruito la sua carriera politica a sinistra, partendo dai braccianti agricoli e finendo ai vertici della Regione Campania. Più a sinistra di così. Politico disciplinato. Si è sempre allineato ai vari leader che si sono alternati alla guida del partito. Bersaniano, ai tempi di Pier Luigi Bersani. Ultrarenziano, quando il rottamatore dettava legge al Nazareno e infine lettiano alle ultime elezioni politiche. Uomo di partito, si direbbe. E anche stavolta non verrà meno alla sua disciplina di partito. Farà scaramucce con Schlein ma poi si allineerà. In realtà l'ha già fatto. In tv spara con il partito, poi si muove per allestire una lista forte che faccia vincere Roberto Fico. Più obbediente di così? La virata a destra di De Luca è solo un'invenzione della sinistra. Non esiste. Non è mai esistita.

La conferma è arrivata ieri con l'annuncio di procedere con un ricorso al Tar contro la decisione del governo di non autorizzare l'uscita della Campania dal piano di rientro per la sanità: "Stiamo subendo un atto che io considero di delinquenza politica". I delinquenti sarebbero Meloni e il ministro della Salute Orazio Schillaci. Più chiaro di così. Quale De Luca il fascista.

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