Quello schiaffo ai pm. "Volevano batterci per via giudiziaria"

L'azzurro graffia la Procura. "Ma ora serve la pacificazione"

Quello schiaffo ai pm. "Volevano batterci per via giudiziaria"
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nostro inviato a Lamezia Terme (Cz)

"Ho l'assoluta certezza di non aver mai avuto condotte censurabili nella mia vita". È un Roberto Occhiuto visibilmente stanco e provato (come dimostra il cerotto rosso antidolorifico che spunta dal collo) quello che congela le interviste tv per rispondere al Giornale sulla questione giudiziaria. La sua vittoria e la sua proclamazione quasi plebiscitaria sono una rivincita su chi sperava di disarcionarlo senza passare dalle urne, una prassi che in Calabria abbiamo visto fin troppe volte, ma anche un messaggio alla magistratura. "Ho anche la convinzione - aggiunge - che il clamore mediatico che è stato dato alla vicenda giudiziaria renderà le indagini ancora più approfondite", dice con un sorriso stanco ma mai rassegnato.

Della sua inchiesta sulla gestione di alcune società agricole nelle quali Occhiuto era socio in campagna elettorale si è parlato poco o nulla, tanto fumose quanto difficili da raccontare per slogan sono le accuse a suo carico. Dalle urne arriva uno schiaffo ai forcaioli come Giuseppe Conte e il Domani, che sul fango giudiziario hanno costruito teorie e complotti che si sono sgretolati dentro le urne, assieme alla credibilità del candidato M5s Pasquale Tridico. "Volevano batterci, non ce l'hanno fatta". Lo si vede anche dai flussi elettorali: secondo il sondaggista Antonio Noto di Opinio Italia un elettore di Tridico su 5 è un epigono dell'ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris, che nel 2021 si era presentato alle Regionali.

Le voci di un ulteriore assalto giudiziario hanno accompagnato tutta la campagna elettorale, con il suo avversario che ha anche ipotizzato "un nuovo avviso di garanzia", circostanza che Occhiuto ha seccamente smentito e di cui non c'è alcuna conferma. "Occhiuto verrà rinviato a giudizio e dovrà dimettersi", maligna una fonte vicina al centrosinistra, vagheggiando di un possibile nuovo logoramento e un'elezione da qui a un paio d'anni che potrebbe vedere protagonista persino il solito ex pm di Catanzaro Nicola Gratteri, che qui ha certamente un seguito notevole. Sembra fantapolitica parlare di elezioni a urne appena chiuse. Di una possibile recrudescenza giudiziaria si discute sottovoce anche nei vari tavolini: "Io l'ho messo in contro ma non ho nulla da temere", dice il governatore, consapevole che i veleni che l'hanno portato alle dimissioni lo scorso 31 luglio non si fermeranno facilmente.

"Occhiuto ha avuto il merito di ribaltare la narrazione", dicono al Giornale Enrico Costa e Gianfranco Librandi, mentre poco lontano parlottano Giorgio Mulè e Claudio Lotito, prima di infilarsi in una saletta. "Ora serve una pacificazione", tuona davanti ai cronisti Occhiuto, consapevole che questa campagna elettorale ha lasciato troppe scorie in un popolo che, ancora una volta, dimostra di non credere ai miraggi.

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