Roma - Ha buona dose di ragione, il premier Conte a bollare come «inaccettabili» le prese di posizione dei commissari europei che tanto influiscono sui mercati. «Opinioni personali», che quando vengono da chi rappresenta un'istituzione Ue, dice Conte, «andrebbero evitate».
Ma così, se ieri da parte del commissario Moscovici arrivavano ramoscelli d'ulivo («Non vogliamo una crisi con Roma, riteniamo che il posto dell'Italia sia nel cuore dell'Europa e della zona-euro»), a interpretare il diffuso sentimento di preoccupazione che aleggia nel ricco Nord-Europa, è stato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, presidente di turno della Ue. Durissimo con i vicini d'oltralpe: «L'Austria non è pronta a sostenere il debito di altri Stati, mentre quegli Stati stanno attivamente legittimando l'incertezza dei mercati. Se non ci sono emendamenti, la Commissione europea deve respingere la manovra di bilancio», ha detto herr Kanzler. In una dichiarazione congiunta con il suo ministro delle finanze, Hartwig Loeger, Kurz ha sottolineato che «l'Italia prenderà in ostaggio la Ue se la Commissione non schiaccia il freno», perché una violazione delle regole da parte italiana «aprirebbe la porta» ad altre nazioni, innescando un disastroso effetto-emulazione. «La Ue dimostri di aver imparato la lezione della Grecia», ha detto Kurz, mentre il ministro delle finanze ha avvertito esplicitamente l'Italia «a non tirare troppo la corda». L'esempio della Grecia, ha insistito, insegna «quanto rapidamente la situazione diventi seria e si diventi dipendenti dagli istituti di credito». Insomma, una minaccia in piena regola di arrivo della Troika con tutto ciò che ne consegue.
Che il «caso Italia» sia all'ordine del giorno è dimostrato anche dal ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz, che in un dibattito al Bundestag ha invocato un intervento rapido della Commissione europea quando le regole di bilancio sono ignorate. «Se ha il 130% delle performance economiche come debito, come nel caso dell'Italia, devi solo stare più attento».
Considerazioni ieri ribadite anche da Moscovici, sarcastico a proposito dell'espressione «manovra del popolo» perché, ha spiegato, «quando un popolo è molto indebitato, alla fine sono i cittadini e le generazioni future che pagano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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