La scia di sangue da Beslan a Dubrovka

Esplosivi e kamikaze: centinaia di vittime innocenti per mano dei terroristi

La scia di sangue da Beslan a Dubrovka

Una lunga scia di sangue e con tutte le forme possibili di terrore. E quello sottoterra è sicuramente tra i più spaventosi. Nessuna via di fuga. Macerie e corpi che piovono addosso. Un attacco in metropolitana non lascia scampo, non offre vie d'uscita, ottiene il massimo dal minimo. È per questo che ritorna. Ciclicamente. L'attentato di San Pietroburgo di ieri è solo l'ultimo capitolo di una serie di attacchi terroristici che hanno sconvolto la Russia negli ultimi 18 anni. È il 29 marzo 2010 quando salta il treno della metropolitana di Mosca. Due kamikaze, probabilmente donne si fanno saltare. Insieme a loro muoiono quaranta vittime. Un anno prima, nel 2009 il treno passeggeri Nevsky Espress, che collega Mosca a San Pietroburgo derarglia in seguito a un attentato: 28 passeggeri perdono la vita. Ma è ancora la metropolitana di Mosca l'obbiettivo facile che sceglie nel 2004 un gruppo ceceno sconosciuto, i «Gazotan Murdash», uccidendo 41 persone.

Il 2004 è l'anno orribile, quello che segna le coscienze e le memorie. È la strage dei bambini. Più di mille persone sono prese in ostaggio in una scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord, da un commando filo-ceceno. Trecentotrenta le vittime, la maggior parte bambini. Le immagini spaventose. Piccoli ancora vivi che uscivano dal tunnel dell'orrore nudi in braccio a forze speciali russe, occhi spalancati senza neppure più lacrime. È il 2002 quando quaranta terroristi ceceni delle cosiddette Brigate Islamiche sequestrarono nel teatro Dubrovka di Mosca 850 civili che assistevano a uno spettacolo e li tennero in ostaggio dal 23 al 26 ottobre. Rivendicavano fedeltà al movimento separatista ceceno e chiedevano il ritiro immediato delle forze russe dalla Cecenia, con la conseguente fine della seconda guerra cecena. I terroristi avevano addosso dell'esplosivo e lo avevano anche collocato all'interno dell'edificio. Dopo un assedio di due giorni, il sequestro si concluse con l'irruzione delle forze speciali russe Osnaz. Le stime ufficiali parlarono di 39 terroristi e 130 ostaggi morti, soprattutto a causa dei gas utilizzati dalle forze speciali.

Scia di sangue e di morte. Nel settembre 2010 un'autobomba esplode a Vladikavkaz, nell'Ossezia del Nord, uccidendo diciassette persone, l'anno dopo, nel 2011 un attentatore suicida si fa esplodere nell'area degli arrivi internazionali nell'aeroporto di Mosca-Domededovo: 37 morti e rivendicazione del capo ceceno integralista Doku Umarov.

Nel 2012, almeno 14 uccisi e più di 120 feriti nell'esplosione di due autobomba in

Daghestan. Il 2013 il terrore colpisce sul bus. Almeno quattordici morti: è il secondo attentato suicida in due giorni nella città di Volgograd, dove almeno diciassette persone sono rimaste uccise nella stazione ferroviaria.

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