Scontri in Virginia, bufera su Trump

Il presidente nel mirino per la condanna "tiepida" delle violenze a Charlottesville

Scontri in Virginia, bufera su Trump

New York - La più grande manifestazione di suprematisti bianchi da decenni in America si è trasformata in un sabato di sangue, con la città di Charlottesville, in Virginia, messa a ferro e fuoco, e un bilancio di un morto e almeno venti feriti, di cui cinque in condizioni critiche. A cui si aggiungono i due poliziotti deceduti nello schianto dell'elicottero che pattugliava la zona. Per il consigliere alla sicurezza nazionale, H.R. McMaster, quanto avvenuto in Virginia rientra nella «definizione di terrorismo». E mentre emergono nuovi dettagli su James Alex Fields, il ventenne alla guida dell'auto che si è scagliata contro il corteo antirazzista e ha ucciso una donna mentre attraversava la strada, nel mirino è finito il presidente Donald Trump.

Il tycoon è stato travolto dalle polemiche per aver condannato in maniera troppo debole l'accaduto, senza puntare esplicitamente il dito contro i nazionalisti, con l'accusa di non voler prendere le distanze dall'estrema destra, che rappresenta una fetta del suo elettorato. The Donald ha solo parlato di «violenza da più parti», scatenando un putiferio, ma ieri la Casa Bianca ha corretto il tiro, affermando che il Commander in Chief «condanna ogni forma di fanatismo e odio, che comprende naturalmente i suprematisti bianchi, il Ku Klux Klan, e neo-nazisti e tutti i gruppi estremisti». Molto più netta, sin da subito, è stata invece la figlia Ivanka, che su Twitter ha affermato: «Non c'è posto nella società per i suprematisti bianchi e per i neonazisti».

Anche McMaster ha condannato «i suprematisti bianchi, i razzisti e i gruppi nazisti», parlando di un «atto criminale contro gli americani, che potrebbe essere stato motivato dall'odio e dall'intolleranza». «Ma vedremo cosa emerge dalle indagini», ha precisato, mentre l'Fbi ha aperto un'inchiesta su possibili violazioni dei diritti civili. Contro la reazione «tiepida» di Trump si sono scagliati democratici e repubblicani. Se Barack Obama ha citato Nelson Mandela, l'ex vice presidente Joe Biden ha attaccato il tycoon senza nominarlo: «C'è un lato solo» delle violenze, ha twittato. Numerose critiche sono arrivate anche dai senatori del Grand Old Party: «I suprematisti bianchi non sono dei patrioti, sono dei traditori. Gli americani devono essere uniti contro l'odio e l'intolleranza», ha sottolineato John McCain. E Marco Rubio ha precisato: «È molto importante per il paese sentire il presidente descrivere gli eventi per quello che sono, un atto di terrorismo da parte dei nazionalisti bianchi».

Il sindaco di Charlottesville, Michael Signer, è arrivato persino ad attribuire al Commander in Chief la colpa di tutto. «Guardate alla campagna elettorale che ha fatto, la responsabilità» negli scontri «è della Casa Bianca», ha detto. Intanto si scava nella vita di James Alex Fields, il giovane che con la sua Dodge Challenger ha ucciso la 32enne Heater Heyer. Fields, nato in Kentucky, è partito da Maumee, in Ohio, dove si è trasferito un anno fa, per partecipare al raduno. Una foto diffusa da diversi media Usa lo ritrae con in mano lo scudo nero con i fasci bianchi incrociati dei filo-nazisti di Vanguard America (anche se il gruppo ha negato che sia tra i suoi membri).

La madre Samantha Bloom ha raccontato che il ragazzo sabato le ha lasciato il gatto: «Sapevo solo che andava ad una manifestazione, pensavo avesse qualcosa a che

fare con Trump. Donald Trump non è un suprematista bianco - ha detto la donna, sconvolta per il gesto del figlio - James ha un amico afro-americano...». Ma un ex insegnante del liceo rivela: «Aveva simpatie per il nazismo».

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