Un'ala che tocca la gemella dell'altro velivolo, l'esplosione avvertita a una trentina di chilometri di distanza, una palla di fuoco in cielo e pezzi di aereo cannibalizzati dalla fitta vegetazione delle colline marchigiane. Le voci dei tanti testimoni oculari non si discostano di molto nel tratteggiare la sciagura che si è consumata ieri intorno alle 16.30 nei cieli della provincia di Ascoli Piceno. Due aerei militari Tornado si sono scontrati in volo per poi precipitare. L'incidente è avvenuto durante un'attività di addestramento tra le località di Olibra e Venarotte, sui monti della Laga. A bordo dei due aerei c'erano quattro aviatori (2 piloti e 2 navigatori) appartenenti al 6° Stormo di Ghedi (Brescia), che risultano dispersi. Dopo l'incidente sono scoppiati vari incendi e si è alzata una colonna di fumo altissima visibile a molti chilometri di distanza per parecchie ore. Quello che è accaduto è al vaglio degli inquirenti e dell'equipe dell'Aeronautica inviata sul posto. Si cercano i quattro militari che potrebbero essere riusciti un attimo prima della collisione ad attivare i seggiolini eiettabili e a mettersi in salvo. La zona collinare dell'incidente purtroppo ha una vegetazione quasi impenetrabile, scenario che rende difficili le ricerche dei dispersi. Sul luogo sono stati ritrovati un motore e altri pezzi. Un paracadute di colore arancione è stato localizzato a Casamurana, località vicina allo schianto.
Per ora tutto quello che si sa è racchiuso nelle parole di chi ha visto con i proprio occhi la collisione. In un primo momento si era sparsa la voce, smentita dai vertici dell'Aeronautica, che i due Tornado, decollati dalla base di Ghedi, si fossero scontrati frontalmente. In realtà i velivoli, che presto verranno sostituiti dai nuovissimi F35, viaggiavano in formazione e il molto probabile contatto tra le ali avrebbe causato l'urto. Dal racconto di chi ha assistito alla scena risulta che i due caccia volavano molti bassi. «Si è sentito un fortissimo boato e quando abbiamo alzato gli occhi al cielo si vedevano pezzi di aereo che cadevano», raccontano alcuni abitanti di Roccafluvione. Sul luogo dello schianto sono divampati cinque focolai di incendi, in una zona caratterizzata dalla presenza di folta macchia mediterranea, domati solo in tarda serata dai vigili del fuoco. A dare l'allarme sono stati alcuni volontari che nella zona svolgono nel periodo estivo attività antincendio. I soccorsi sono stati piuttosto rapidi, come ha ricordato il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, «abbiamo avuto difficoltà nel circoscrivere le fiamme ed evitare che lambissero zone abitate. C'è stato un momento in cui si è temuta un'apocalisse». Poco prima della collisione, ha aggiunto il primo cittadino «gli aerei avevano sorvolato la costa e la città di Ascoli».
L'Aeronautica militare ha ricordato in una nota che «l'obiettivo è fare chiarezza sull'incidente. È stata aperta un'indagine ed un team di esperti sta lavorando sul punto dell'incidente. La nostra prima preoccupazione è trovare i quattro piloti».
Il Tornado è un velivolo da combattimento bireattore, biposto, con ala a geometria variabile che l'Aeronautica Militare ha acquisito a partire dal 1982. È stato utilizzato in tutte le principali missioni all'estero italiane, dai Balcani alla Libia, dall'Iraq all'Afghanistan. Gli addestramenti sono di fondamentale importanza e all'ordine del giorno, e purtroppo a volte non tutto funziona per il verso giusto.
Facile con l'emotività l'accostamento a Ramstein, l'incidente che coinvolse le Frecce Tricolori durante un'esibizione acrobatica il 28 agosto 1988. Morirono 67 persone e oltre 300 rimasero ferite.L'ultima tragedia in ordine di tempo risale al 23 novembre 2009, quando un C130 dell'Aeronautica Militare precipitò a Pisa provocando 5 morti.
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