«Il terremoto che ha colpito Città del Messico è avvenuto in un'area caratterizzata dal movimento di subduzione della placca di Cocos che sta scendendo sotto quella centroamericana». La spiegazione scientifica è di Salvatore Stramondo, direttore del Centro Nazionale Terremoti.
Questo movimento quali sismi causa?
«Generalmente crea eventi sismici molto energetici e distruttivi, come i due che a distanza di pochi giorni hanno colpito il Messico. Si tratta dello stesso movimento, ma nessuno può avere la certezza che il primo abbia causato il secondo».
Le scosse sono destinate a ripetersi?
«In caso di forti terremoti si verificano solitamente anche degli eventi successivi al sisma principale, non lo possiamo escludere».
Perché l'area di Città del Messico è così colpita? Ci sono differenze con l'evento del 1985?
«Città del Messico è stata costruita su un paleolago, quindi su un luogo soggetto a compattazione. Le onde sismiche rallentano quando attraversano i sedimenti ma aumentano l'ampiezza delle oscillazioni, cioè aumentano gli effetti di amplificazione locale. La dinamica è la stessa del terremoto del 1985, che si sprigionò a circa 350 chilometri dalla città ma ebbe una forza maggiore».
Si possono in qualche modo prevedere i terremoti?
«Noi sappiamo dove i terremoti si verificheranno ma non il quando perché oggi non c'è la capacità per fare previsioni deterministiche.
L'Italia è all'avanguardia nel mondo per lo studio sismico. Noi, come tutti gli istituti di ricerca del mondo, sappiamo che il terremoto è un fenomeno complesso. Bisogna fare attenzione a chi propone soluzioni semplicistiche».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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