Coronavirus

Scontro tra Speranza e Sileri. Ora si litiga anche al ministero

Titolare e vice si schierano su fronti opposti: il primo invita alla cautela il secondo dice basta al "terrorismo"

Scontro tra Speranza e Sileri. Ora si litiga anche al ministero

Lite in casa sul coronavirus. «Basta terrorismo: l'Italia deve ripartire». Oppure «Non possiamo abbassare la guardia occorre la massima cautela». Roberto Speranza e Pierpaolo Sileri separati in casa. Sono rispettivamente ministro e viceministro della Salute hanno però un atteggiamento opposto rispetto al rischio di una possibile riesplosione dell'epidemia di Covid 19 per il prossimo futuro.

Lo scontro tra ottimisti e scettici, pessimisti e fiduciosi si sposta così dal terreno della scienza a quello della politica e dopo lo scontro tra chi asserisce che il virus si è indebolito e chi invece sostiene che è ancora in agguato forte come prima, a disorientare ulteriormente un'opinione pubblica già frastornata arriva anche il confronto a distanza tra Speranza e Sileri.

Sempre cauto si schiera sul fronte dei prudenti il ministro Speranza. «La comunità scientifica non esclude una seconda ondata e di fronte ad un rischio possibile abbiamo bisogno di conservare atteggiamenti di cautela e di continuare a rafforzare il servizio sanitario nazionale», dice Speranza che chiede ai cittadini di continuare a rispettare «le regole fondamentali che sono rimaste vigenti, e cioè utilizzare le mascherine, evitare assembramenti, mantenere la distanza di almeno un metro e rispettare le misure igieniche a partire dal lavaggio delle mani».

Speranza ricorda anche che proprio in vista di una possibile seconda ondata è stata abbassata la soglia d'età per la quale vale la raccomandazione del vaccino da 65 a 60 anni. Non solo il ministro ricorda che la profilassi antinfluenzale è consigliata anche per i bambini che, essendo in maggioranza asintomatici, possono inconsapevolmente contagiare i più anziani.

Di segno opposto invece l'intervento del viceministro Sileri che è ben consapevole della gravità di questo virus visto che è stato contagiato a metà marzo ed è stato in isolamento fino alla conferma della guarigione dopo due settimane. Se anche ci fosse una seconda ondata non sarà mai violenta come la prima, assicura il viceministro, perché ora siamo pronti ad affrontarla.

«Dobbiamo ripartire consapevoli che il virus c'é e bisogna conviverci. Se continuiamo a creare terrore l'Italia non riparte.- afferma Sileri- Se dovesse tornare una situazione di emergenza, controlleremo i focolai, ma dobbiamo prepararci anche a questo, potranno esserci altre zone rosse, ma a ottobre con l'esperienza avuta in questi mesi saremo in grado di fare quello che dobbiamo fare, non ci saranno più i mille morti al giorno che abbiamo visto».

Per Sileri si deve ripartire «senza paura, con consapevolezza e sicurezza», il viceminisitro ricorda che «entro il 17 luglio verranno fatti quasi 30 mila test e a tutti coloro che saranno testati positivi, verranno somministrati test sierologici del sangue e il tampone».

Sileri sottolinea anche che «siamo stati i primi in Europa a chiudere e con i lockdown, secondo alcuni studi, abbiamo salvato 600 mila persone» Poi attacca l'Organizzazione mondiale della sanità che oggi, dice, è eccessivamente allarmista mentre non lo è stata all'inizio. «Il virus è fra noi, dobbiamo conviverci è possibile una seconda ondata ma è difficile che sarà peggio di quello che abbiamo vissuto- osserva- .

L'Oms è stata un pò fuorviante ha fatto degli sbagli però diciamo che le frasi di oggi erano più utili a gennaio.

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