I soldi di Chavez

Lo scoop del giornale spagnolo "Abc". Nel 2010 la mazzetta dal regime chavista al consolato di Milano per Casaleggio senior

I soldi di Chavez

«Il Chavismo ha finanziato il movimento a 5 stelle che oggi governa in Italia». È questo il titolo bomba che ha aperto l'edizione di ieri di ABC, quotidiano spagnolo che annovera le migliori firme mondiali che hanno scritto sui legami tra mondo criminale, riciclaggio, terrorismo e narcotraffico tra cui Emili Blasco, il quale già anni fa denunciò la presenza a Caracas di Al Suri, il mastermind degli attentati di Madrid del 2004. Lo scoop questa volta lo fa però un altro giornalista investigativo, Marcos Garcia Rey, membro dell'International Consortium of Investigative Journalists, già autore di inchieste esplosive sui Panama Papers. Dopo tre anni di indagini è riuscito a venire in possesso di un documento top secret del regime venezuelano, all'epoca guidato da Chávez.

In sintesi questo lo scoop rivelato da Rey. Era il 2010, proprio un anno prima era stato fondato da Grillo il Movimento 5 stelle. Al consolato del Venezuela di Milano arriva una valigetta diplomatica e, quando la apre, un ignaro consigliere tecnico per le questioni di rilevanza militare (addetto militare) si trova di fronte a 3,5 milioni di euro in contanti. Visibilmente sorpreso, il funzionario chiede informazioni a Caracas, nella fattispecie a Hugo Carvajal, alias el Pollo, che 10 anni fa era a capo della Dgcm poi Dgcim, ovvero la direzione generale dell'intelligence militare.

Dopo essersi consultato con l'oggi presidente Maduro, all'epoca ministro degli Esteri di Chávez, e con Tarek el Aissami, l'uomo che come ministro degli Interni nel 2010 gestiva i «fondi riservati» del regime, Carvajal, oggi latitante, rispondeva in questi termini, alla richiesta di chiarimenti sollevata dall'addetto militare. «Ho l'onore di dirigermi a lei in relazione al suggerimento del nostro addetto militare sulla possibilità di indagare sull'origine di una valigia contenente euro in contanti inviata al console del Venezuela a Milano».

Questi i preliminari, perché la bomba arrivava nel paragrafo successivo, dove si spiega il perché di quei milioni cash. «Abbiamo scoperto che una valigia con 3,5 milioni di euro in contanti è stata effettivamente inviata, lo stesso risulta dalle spese segrete del Paese, gestite dal ministro dell'Interno, Tarek el Aissami, approvato e autorizzato dal ministro degli Esteri, Nicolás Maduro. L'invio avveniva in modo sicuro e segreto attraverso la borsa diplomatica, la destinazione del denaro nella sua interezza è per un cittadino italiano di nome Gianroberto Casaleggio, che è il promotore di un movimento rivoluzionario di sinistra e anticapitalista nella Repubblica italiana».

Poi, per chiudere, la raccomandazione, ovvia. «Abbiamo dato istruzioni a voce al nostro funzionario in Italia di non darci più notizie su questo tema, che potrebbe trasformarsi in un problema diplomatico tra i due Paesi».

«Sono tre anni che si sa della valigetta», confermano a Il Giornale fonti bene informate della vicenda mentre Rey commenta così il suo scoop: «Mi è arrivato un documento che racconta una storia. Quella storia l'ho interpretata per i lettori, consultando tutte le mie fonti. Non ho dubbi che questa valigetta con i contanti sia arrivata in Italia attraverso il consolato di Milano e che Di Martino, il console, ha fatto da intermediario tra il governo Chavez e il M5s. Ho pubblicato il documento, ma ho altre prove che dimostrano che quanto è scritto in quel documento è la verità».

Immediate sono arrivate le smentite sia dell'ambasciatore venezuelano a Milano dalla primavera del 2010, Giancarlo Di Martino, sia di Casaleggio jr che ha minacciato querele con altri esponenti dei 5 Stelle ma, informato di ciò, Rey conferma tutto: «Sono molto tranquillo. Nella mia vita ho ricevuto diverse azioni legali a mio carico, ma non ho mai perso una causa.

Ribadisco, la mia tranquillità è estrema: riceverò attacchi tanto dal Movimento 5 stelle quanto dal governo venezuelano, ma sono abituato a lavorare sotto pressione». In attesa di querele pentastellate ad ABC, intanto, Antonio Tajani ha depositato al Parlamento Ue un'interpellanza a Borrell affinché indaghi sulla natura dei finanziamenti della dittatura ai 5 Stelle.

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