
Uccisi da un'esplosione che li ha sbalzati in aria per diversi metri mentre lavoravano in un impianto per il trattamento dei rifiuti del casertano. Le vittime sono tre, due operai e il titolare dell'azienda, la Ecopartenope di Marcianise, che si occupa del trasporto, dello stoccaggio e del trattamento dei rifiuti, in passato già chiusa per miasmi ed irregolarità. Altri due dipendenti sono rimasti feriti.
La deflagrazione ieri pomeriggio, durante i lavori di manutenzione in corso in un capannone industriale. Ad esplodere sarebbe stato un serbatoio di oli esausti. Le cause dovranno essere accertate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che aspetta un primo rapporto dei vigili del fuoco per accertare le cause della tragedia. È stata l'onda d'urto ad uccidere i tre operai, scaraventati per diversi metri dal tetto dell'impianto dove stavano lavorando. È stata talmente violenta da provocare danni anche alle aziende confinanti. Il boato, fortissimo, è stato sentito distintamente dagli abitanti della cittadina, che hanno allertato i soccorsi. I pompieri sono arrivati subito nella zona industriale dove si trova l'impianto, ma purtroppo l'ultima strage sul lavoro era compiuta e non hanno potuto fare altro che recuperare i corpi delle vittime e mettere in sicurezza l'area, prima di poter procedere ai rilievi insieme alla polizia e ai tecnici dell'Azienda sanitaria di Marcianise.
L'Ecopartenope si occupa del trattamento e dello stoccaggio di rifiuti anche pericolosi. In passato aveva già avuto problemi relativi alla sicurezza: l'Arpac e i vigili del fuoco avevano riscontrato anomalie per capannoni riempiti oltre i livelli consentiti, materiali privi di matrici e impianti antincendio danneggiati. Tanto che l'azienda era stata oggetto di inchieste da parte della magistratura e ordinanze comunali di chiusura. Forse per questo ieri, oltre al dolore e alla disperazione dei familiari delle vittime, mentre le squadre specializzate dei vigili del fuoco ancora lavoravano per esaminare il tetto dell'impianto c'era rabbia e un clima di forte tensione. "Perché?", si chiedevano anche i familiari degli altri due dipendenti rimasti lievemente feriti, tra le urla e i singhiozzi dei parenti di chi è stato meno fortunato.
Il sindaco di Marcianise, Antonio Trombetta, accorso sul luogo della tragedia per esprimere il dolore dell'intera comunità, conferma che erano in corso dei lavori: "Stavano applicando qualche dispositivo sul tetto del silos, probabilmente ci sarà stata qualche scintilla ed è scoppiato tutto. Il coperchio del silos è proprio saltato via e ha portato con sé le persone che stavano là". Ora sarà disposto il lutto cittadino: "Non è possibile che nel 2025 vi siano così tante morti sul lavoro. Questi incidenti sono inaccettabili, bisogna impegnarsi di più sulla prevenzione", conclude Trombetta. Per i sindacati non è una fatalità, si tratta di morti evitabili e fa fermata la "mattanza".
Una "tragedia intollerabile", per Cgil Caserta, Napoli e Campania: "È il fallimento di un sistema di fare impresa che uccide e che continua a non garantire sicurezza". "Quante vite devono ancora spezzarsi prima che si intervenga davvero?", chiede la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, sollecitando un tavolo a Palazzo Chigi.