Politica

Scriviamo una nuova pagina di democrazia della nostra nazione

Davide Zamberlan

Londra Il giorno del divorzio dall'Unione Europea si avvicina inesorabile ma la questione principale che occupa la mente di Theresa May è sempre la stessa: come risolvere l'impasse sul confine nord irlandese. È di ieri la notizia riportata dal Sun di un'ennesima soluzione che sarebbe stata ideata dal ministro per la Brexit, David Davis: concedere all'Irlanda del Nord una doppia regolamentazione che le consenta di poter rimanere allineata contemporaneamente alle norme del Regno Unito e dell'Unione Europea e poter così commerciare con entrambi. In questo scenario le imprese nord-irlandesi dovranno adeguare le linee di produzione per poter diversificare i propri manufatti in funzione del mercato di sbocco. La proposta di Davis, inoltre, prevederebbe una zona cuscinetto di 10 miglia lungo tutto il confine, denominata «zona economica speciale», nella quale verrebbero applicate le regole commerciali della repubblica d'Irlanda. Questo per facilitare gli scambi commerciali delle industrie e delle fattorie locali che sono responsabili di circa il 90% del traffico a cavallo del confine.

Complicato e di difficile attuazione? Di certo non meno delle due soluzioni partorite finora dal governo inglese, diviso inconciliabilmente in due opposte fazioni. Da una parte un confine virtuale, altamente tecnologizzato per poter tracciare le merci in transito senza dover ripristinare un confine fisico. Bollato da più parti come irrealizzabile, quantomeno nello strettissimo tempo a disposizione prima dei saluti finali. Dall'altra, una nuova partnership commerciale tra il Regno Unito e l'Ue, in cui Londra raccoglierebbe le tariffe sui beni in transito nel Regno verso il continente, per conto di Bruxelles. Che ha già detto di ritenere la proposta inaccettabile.

l nuovo piano di Davis arriva a 4 settimane dal prossimo Consiglio Europeo (28 e 29 giugno) dove Bruxelles ha più volte dichiarato di aspettarsi una proposta inglese concreta e fattibile. E a cui Londra, salvo miracoli, arriverà impreparata. La proposta di ieri, infatti, dovrà essere discussa e condivisa all'interno del governo inglese. E dovrà poi essere spiegata per bene al Dup, il partito unionista democratico nord irlandese che con una manciata di voti garantisce la sopravvivenza del governo May.

E la cui posizione è finora stata contraria a ogni soluzione che preveda per l'Irlanda del Nord un trattamento diverso dal resto del Regno.

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