Scudo Ue su Bankitalia. E Salvini arretra: nessun veto sui nomi

La vera partita del governo: i risarcimenti Dombrovskis: la manovra danno ai conti

Scudo Ue su Bankitalia. E Salvini arretra: nessun veto sui nomi

Non è più un veto sul nome di Luigi Federico Signorini perché un'invasione del campo del genere rischierebbe di destabilizzare una situazione già precaria. Non deve cambiare «qualcuno», ma bisogna che cambi «qualcosa», detta con le parole del vicepremier Matteo Salvini.

Il governo ammorbidisce i toni sul caso Bankitalia, che ieri ha varcato i confini, con i vertici della Commissione e dell'Eurogruppo che hanno preso ufficialmente posizione per l'indipendenza della banca centrale italiana.

Clima teso che non fa bene all'esecutivo. Anche per questo i due vicepremier Salvini e Luigi di Maio hanno rinunciato a un veto sulla conferma del vice direttore generale per puntare su un segnale politico di discontinuità, che non sia legato al nome del dirigente di Bankitalia il cui mandato è scaduto ieri. Oggi si terrà un direttorio della Banca d'Italia. Ci sarà il governatore Ignazio Visco, il direttore generale Salvatore Rossi e gli altri due vicedirettori. Non ci sarà Signorini, in attesa di una «schiarita» che ufficiosamente a palazzo Koch danno per probabile.

Troppi gli interventi di peso in difesa del vice direttore. Da quelli in chiaro del ministro dell'Economia Giovanni Tria alla moral suasion del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tocca al premier Giuseppe Conte trovare un'intesa. «Stiamo approfondendo», si è limitato a dire ieri. Oggi il premier sarà a Strasburgo per la plenaria del Parlamento, incontrerà il presidente Antonio Tajani e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.

A dare un'idea del possibile compromesso ieri è stato il vicepremier Salvini. «C'è il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia, mi affido alla loro competenza e alle loro scelte». Cambiamenti? «Non dico necessariamente qualcuno ma sicuramente qualcosa».

Il qualcosa sono i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche. Il governo intende erogare le somme, ma non è facile ottenere il via libera dell'Europa.

La decisione sul vertice di via Nazionale non è nella disponibilità della maggioranza, come emerge dalle parole del sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa. «Di Maio e Salvini sanno benissimo che non siamo noi a decidere chi deve andare nel direttorio, ma è chiaro che i due vice premier dopo i fatti accaduti nelle banche in questi anni possano liberamente dire che andrebbero azzerati i vertici. Poi sarà comunque il Governatore della Banca d'Italia, il presidente del Consiglio, con la prassi e le procedure previste, a decidere i membri del Direttorio».

Smentita da più parti l'idea di utilizzare la riserva dell'oro di Bankitalia. Impossibile perché si violerebbero i trattati europei, inutile perché sarebbe comunque una copertura una tantum per un deficit che si ripropone ogni anno. L'ipotesi ha comunque allarmato l'Europa.

Ieri si sono espressi in difesa di Bankitalia il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno e il vicepresidente della Commissione Dombrovskis che poi ha attaccato pesantemente il governo.

«Durante i nostri negoziati le autorità italiane hanno corretto» la Legge di Bilancio «ma i danni all'economia erano già stati fatti». L'esame sui conti europei è rinviato a dopo le elezioni. Ma l'Italia non si può permettere di aprire un altro fronte con i mercati e l'Ue.

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