Felice Manti
L'amore tra due esponenti politici ai tempi della Seconda repubblica dovrebbe essere un fatto privato. Nel caso di Nicola Adamo, potente capataz del Pd calabrese e spin doctor del governatore democrat Mario Oliverio, e di Eva Catizone, ex sindaco di Cosenza, l'affaire è diventata di dominio pubblico. Colpa di un figlio, avuto dai due nel 2004 nonostante il primo fosse sposatissimo con un altro pezzo grosso del Pd, la deputata Enza Bruno Bossio. E di una discreta sommetta - circa 35mila euro - che l'ex vicepresidente della Giunta regionale Adamo, ai sensi della legge (e del buonsenso) dovrebbe versare all'ex amante da oltre due anni e mezzo per pagare gli alimenti del figlio del peccato, che non si chiama Abele ma Filippo Eugenio.
Eppure lo stipendio Adamo ce l'ha. Circa 7mila euro di pensione, ma sarebbe meglio definirlo vitalizio, cui Adamo ha diritto in virtù di cinque legislature passate sui banchi del Pd a difendere gli interessi dei suoi elettori. Uno privilegio che, come ricorda ilDispaccio.it, costa ogni anno tra 8 e 10 milioni di euro. Ed è proprio alla Regione Calabria che Eva Catizone - già sindaco di Cosenza decaduta in anticipo (proprio a causa del mancato appoggio del Pd di Adamo) ha notificato il pignoramento del vitalizio. Perché nonostante la decisione del tribunale dei minori di Catanzaro di garantire alla Catizone e al figlio un assegno di mantenimento di circa mille euro mensili, Adamo di pagare da qualche anno non ne vuole sapere.
Eppure quando la notizia della paternità «indesiderata» era venuta fuori Adamo aveva ammesso le sue colpe. «Ho il dovere di rispettare questa maternità, non voglio portarmi alcuna ombra». E ancora: «Non sfuggirò a una responsabilità morale, chiedo perdono a mia moglie e ai miei due figli perché li ho ingannati e fatti soffrire». Infine: «I miei genitori, gente umile, mi hanno inculcato il principio dell'onestà e della lealtà». E quando, dopo due anni, riconobbe ufficialmente la paternità, proclamò: «Voglio esercitare il ruolo di un padre non solo biologico ma vero sotto tutti gli aspetti, anche se distinto e distante dalla madre». Allora la moglie Enza sibilò: «È una vicenda privata, diventando pubblica assume contorni ancora più squallidi». E come darle torto.
È una bella tegola per la famiglia Adamo-Bruno Bossio. L'ex consigliere regionale infatti è indagato nell'inchiesta Erga Omnes per lo scandalo dei rimborsi del Consiglio regionale. Secondo l'inchiesta guidata dai pm Gaetano Paci, Matteo Centini e Francesco Ponzetta, Adamo avrebbe - come molti altri suoi colleghi - distratto migliaia e migliaia di euro dei rimborsi elettorali in spese non autorizzate.
Se la richiesta di
pignoramento inoltrata già all'inizio di aprile venisse accolta, una cospicua parte del vitalizio da 7mila euro dovrebbe passare dal conto corrente di Adamo nelle tasche di Eva. E non sarebbe un peccato.Twitter: @felfauman
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