«Se Christo si è fermato sul lago d'Iseo è una fortuna per tutti»

L'esponente della storica famiglia esulta per la discussa opera: «Prestigio per il territorio»

Riccado Pelliccetti

«Un sogno inseguito a lungo e che Christo non era mai riuscito a realizzare». Parla con entusiasmo Umberta Beretta, membro della famiglia diventata famosa in tutto il mondo tra gli appassionati di armi sportive e da caccia. Il genio della Land Art di origine bulgara ha infatti appena terminato di installare una delle sue più grandi opere: Floating Piers. Un allestimento sul lago d'Iseo che permette di ricongiungere le isole alla terraferma. Fino al 3 luglio turisti italiani e stranieri potranno «camminare sull'acqua» e attraversare il lago toccando non solo l'isola di San Paolo, di proprietà della famiglia Beretta, ma anche Montisola, la più grande isola lacustre d'Europa. «È stato un colpo di fortuna confessa Umberta Beretta Christo l'aveva già in mente da tempo, ma non era mai riuscito a realizzarla, anche perché negli anni '70 non c'erano i materiali e la tecnologia».

È davvero stata solo fortuna?

«L'artista cercava il luogo geograficamente ideale e ha trovato il lago d'Iseo: montagne alte che gli fanno cornice e isola lacustre. Ma soprattutto la gente scollegata da terra, come gli abitanti di Montisola. Poi c'era la distanza giusta per la passeggiata sull'acqua. Ma fortuna anche per gli amministratori locali che ci hanno creduto e rischiato. Hanno capito che era un'occasione per il territorio».

Come siete entrati in contatto con Christo?

«È lui che ci ha cercato. Ha visto l'isolotto di San Paolo e sapendo che apparteneva alla nostra famiglia ci ha contattato per avere il permesso. Tutta la famiglia ha approvato, eravamo entusiasti. Christo però ci ha detto: Ho 80 anni e non posso permettermi di impiegare 10 anni per realizzare questo progetto. Come posso fare per abbreviare i tempi?».

Il terrore della burocrazia lenta e degli impedimenti che in Italia frenano tutto?

«Si è mosso mio marito e abbiamo trovato nei sindaci e nel responsabile del bacino delle acque degli interlocutori attenti, che hanno capito quale grande occasione fosse per il territorio».

Nessun finanziamento pubblico o privato?

«Assolutamente no, Christo non accetta sponsor ma finanzia le opere col suo denaro. Certo, la pubblica amministrazione ha comunque investito in personale, servizi e sorveglianza, ben consapevole però del ritorno che ci sarebbe stato. Il primo giorno sono arrivate 55mila persone e se ne attendono ancora tantissime da tutto il mondo. La passerella può portare al massimo 10mila persone contemporaneamente e, quindi, ci sono anche problemi di sicurezza».

Qual era l'obiettivo dell'artista nel realizzare questa gigantesca installazione?

«È stato il primo progetto che ha portato a termine senza la moglie, quindi per lui ha un valore affettivo, una sorta di omaggio. È un'opera ideata dai due coniugi già negli anni '70 ma che non è mai stata realizzata. Christo ha avuto problemi insormontabili con i permessi, prima in Argentina e poi in Giappone, ma finalmente qui ci è riuscito».

Con quale spirito si è cimentato sul lago d'Iseo?

«La filosofia di Christo è realizzare cose che non abbiano un vero senso ma che lascino un ricordo indelebile nelle persone. Lui dice: mi piace l'idea e la realizzo, non importa se è una cosa effimera. Voglio vedere le persone felici».

Qualche contestazione c'è stata, non solo all'opera ma anche alla vostra famiglia.

«Qualche critica ambientalista ma subito rientrata. L'allestimento ha un bassissimo impatto ambientale e tutti i materiali usati saranno riciclati. Inoltre, ha dato lavoro a tante aziende sul territorio. La contestazione alla famiglia, invece, sbagliava mira. Ci hanno accusato di aver finanziato l'opera con i soldi delle armi e delle guerre, senza sapere che Christo si finanzia sempre da solo. E poi il mercato della Beretta è per l'80% nelle armi sportive e per il 20% nelle armi per le forze dell'ordine. I contestatori hanno solo sfruttato l'occasione per farsi notare, causando solo disagi ai visitatori».

Lei sta sprizzando entusiasmo e soddisfazione.

«Sì, ma sono anche preoccupata. Mi sento coinvolta emotivamente. Ci sono ancora 15 giorni e vorrei che andasse tutto liscio.

Invito i visitatori a essere più pazienti per le attese, questa è un'opera atipica. Se ci sono problemi meteorologici bisogna chiudere la passerella, ma può essere un'occasione per visitare i luoghi meravigliosi del lago. Questa è un'opera d'arte e devi prenderla come tale».

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