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Se per il doping è l'ora del Me Too

Pillole rosse, bomboloni neri, caffè corretti. E poi Micoren, Cortex e tutti i pronipoti della simpamina.

Se per il doping è l'ora del Me Too

Pillole rosse, bomboloni neri, caffè corretti. E poi Micoren, Cortex e tutti i pronipoti della simpamina. E poi i pesticidi e i diserbanti. Purtroppo, non appena si verifica la scomparsa ravvicinata di qualche calciatore, soprattutto se di qualche campione, riemerge il tormentone dei rimorsi e delle paure: Dino Baggio e Massimo Brambati, Sandro Mazzola e Marco Tardelli, tutti giustamente si preoccupano per quello che è passato sulle loro teste o che li ha solo sfiorati. Pratiche mediche al limite delle stregonerie, integratori che sembravano pozioni magiche e tutti questi ex che adesso denunciano quello che hanno preso o che hanno visto somministrare.

Un outing dettato da logiche paure di fronte a tante coincidenze, ma che però emerge solo dopo tanti anni e davanti a cari amici che se ne vanno. Per anni abbiamo assistito al fenomeno Fiorentina, perché il caso o chissà quale terribile legame ha trascinato via uno dopo l'altro tanti ex viola stroncati da tumori, leucemie, sla e altre atroci malattie. Da Armando Segato negli anni Settanta giù giù fino a Beatrice, Saltutti, Ferrante, Longoni, Mariani, per finire a Mattolini e Borgonovo, una lista lunghissima e dolorosa, così come c'è stato un periodo in cui le vittime si riconducevano dalla Samp. Morti sospette che si susseguono da cinquant'anni, ma nessuno tra i calciatori in attività ha mai sollevato un problema o un timore. Perché quando fai parte del sistema magari ti adegui e non ti vuoi creare problemi, o semplicemente perché ti fidi dei medici e delle medicine vere o presunte. Eppure di occasioni ce ne sono state: le inchieste di Guariniello durate anni, le provocazioni di Zeman, le denunce postume tipo quella di Ferruccio Mazzola. Ma nessuno nel pieno della carriera si è mai dissociato apertamente. Poi, certo, il sospetto ti assale, e arriva con la maturità. Però non si può nemmeno generalizzare o rassegnarsi a dire, come fa Tardelli, che tra i calciatori non ci sono centenari.

Forse centenari no, ma il suo ex presidente Boniperti ci ha appena lasciato a 93 anni, e i vari Vinicio, Pivatelli, Lorenzo Buffon, Firmani, Venturi, per citare i più famosi, hanno scavallano benissimo la novantina. Persino della «famigerata» Fiorentina c'è Humberto Maschio che ne ha 90, Hamrin e Guarnacci che vanno per gli 89, Robotti e Carpanesi a 87, Rino Marchesi a 86 Avranno tutti dribblato le pasticche?

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