Se i gay muoiono per Allah, la presidenta tace

Boldrini & Co. non aprono bocca quando nel mondo islamico una donna viene lapidata per adulterio oppure venduta come moglie-schiava

Se i gay muoiono per Allah, la presidenta tace

Nel califfato islamico l'orrore non ha mai fine. Ostaggi sgozzati, donne lapidate perché adultere, ragazzini giustiziati perché guardano la partita in tv e omosessuali gettati dai tetti dei palazzi perché colpevoli di «sodomia». Tutto in nome del Corano, s'intende, come affermano questi aguzzini spacciandosi per custodi della fede. Le immagini di ogni esecuzione sono raccapriccianti. Provocano anche rabbia e disgusto, non solo nei confronti dei boia islamici ma anche verso i buonisti nostrani, quegli esponenti «politicamente corretti» sia della sinistra estrema sia della sinistra radical chic. Il motivo? Semplice, ogni giorno ci tempestano con i loro sermoni sui diritti civili violati dalla nostra società incivile. Qualcuno dimentica forse tutte le sparate del nostro presidente, anzi, «presidenta» della Camera, come vuole esser definita Laura Boldrini? Certo, è sempre in ottima compagnia a lanciare quotidianamente la sua «fatwa» laica e trova sponda in un coro numeroso che va da Nichi Vendola a Cecile Kyenge. Ma la nostra «presidenta» è multidisciplinare, non sparge perle di saggezza solo sull'omofobia, come Vendola, o sull'immigrazione, come la Kyenge e compagnia cantante.

La Boldrini ha cominciato rivendicando il diritto della donna a essere interpellata con un titolo femminile, come presidenta, avvocata eccetera, e poi con interventi parossistici sulla mancanza di pari opportunità e sul valore (superiore) della vita della donna, continuamente minacciata dalle violenze del partner. Basta andare su internet per costatare quanta letteratura, radical chic naturalmente, vi sia sul suo conto. Ma fin qui non c'è niente di male, anzi. Quello che ci rattrista è che Boldrini & compagni non aprano bocca quando nel mondo islamico una donna viene lapidata per adulterio oppure venduta come moglie-schiava o, ancora, ripudiata dal marito che ne cerca un'altra, mentre lei non ha il diritto di fare la stessa cosa. In questo caso, la nostra amata presidenta tace, non commenta e, se proprio viene tirata per la giacchetta del suo elegante tailleur, al massimo è capace di liquidare la vicenda con un «dobbiamo comprendere le differenze culturali». Brava, vada a spiegarlo a quelli dell'Isis, oppure alla civilissima Arabia Saudita, dove hanno decapitato per strada una donna birmana accusata di omicidio dopo un processo sommario, e dove gli immigrati, tanto cari alla sinistra nostrana, sono trattati come schiavi.

E che dire dei mancati diritti dei gay in Italia, che turbano i sonni non solo alla presidenta, ma anche a Vendola, a Giuliano Pisapia e a tutti quei sindaci promotori delle unioni civili? Gli islamici li gettano dalle torri, ma i radical chic non sono preoccupati per la loro sorte, non fanno campagne per

portarli in salvo: in Occidente evidentemente la minaccia è più grave, visto il tempo che vi dedicano. D'altronde, che gliene frega, la Boldrini va in vacanza nella tenuta presidenziale di Castelporziano, mica nel Nord Iraq.

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