
Roma - Cancellare Virus di Nicola Porro è un errore clamoroso e un potenziale regalo alla concorrenza. In difesa del talk show del vicedirettore del Giornale scende in campo persino il Pd con Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che attacca la direttrice di Raidue Ilaria Dallatana per la scelta di sostituire il programma di informazione con uno show a metà tra l'infotaiment e il reality. La Dallatana in un'intervista al Corriere aveva messo le mani avanti, nel tentativo di arginare le polemiche, su quella che è apparsa come una «rimozione forzata» priva di giustificazione, visto che il programma ha uno share in linea con il suo target e spesso fa meglio dei suoi diretti concorrenti. La Dallatana si è assunta la responsabilità dello stop a Porro respingendo le ipotesi di una «epurazione», come invece sussurrano le voci nei corridoi di viale Mazzini visto che Virus sarebbe risultato non abbastanza ossequioso con le politiche di governo. Dallatana garantisce che «la politica non c'entra».
Le spiegazioni della direttrice però invece di placare le polemiche riaccendono la miccia. E Anzaldi torna alla carica dopo aver già criticato la cancellazione del talk di Porro. «La Rai non sembra voler imparare dai propri errori e con Nicola Porro si rischia di andare verso un bis del caso Floris - dice Anzaldi - Un conduttore diventato un volto del servizio pubblico viene lasciato andare via, così potrà raccogliere i frutti della visibilità e autorevolezza propri della tv pubblica in qualche rete della concorrenza».
Insomma ora quello di Porro è un volto divenuto familiare agli ascoltatori Rai: perché regalarlo alla concorrenza? Anzaldi rivela anche la sua sorpresa per il fatto che, dopo giorni di polemiche pubbliche, «solo oggi si scopre che al conduttore sarebbe stata proposta una diversa fascia oraria e diversa collocazione ma è buio pesto su che cosa sostituirà Virus». È evidente che Anzaldi teme un progressivo impoverimento dello spazio dedicato all'informazione che è invece la mission primaria del servizio pubblico.
Anzaldi infine ricorda che su tutte le ultime nomine dei dirigenti Rai «pende l'esposto dell'Usigrai alla Corte dei Conti e all'Anac di Cantone per procedure in violazione del Piano anticorruzione ed eccesso di assunzioni».
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