"Se puntano a sinistra vanno al 5%. Di Maio visto come un traditore"

Il politologo: la stella di Conte mi pare sulla via dell'estinzione

"Se puntano a sinistra vanno al 5%. Di Maio visto come un traditore"

Marco Tarchi, politologo e professore dell'Università di Firenze, analizza il presente e il futuro del M5s.

I movimenti populisti attirano enormi consensi in fase elettorale. Quando devono governare dimostrano però spesso poca concretezza, come nel caso del M5s. Abbiamo a che fare con «partiti di lotta» incapaci di governare?

«Io sono fra coloro che faticano ad accettare l'etichetta di populista per il M5s. Da quando sono entrati nelle istituzioni si sono staccati, non solo formalmente, dal discorso e dalla linea politica - quella sì autenticamente populista di Beppe Grillo. Per tutti i veri movimenti populisti il problema di attraversare con successo la fase dell'istituzionalizzazione senza cambiare pelle è di difficile risoluzione».

La prova del governo mette a nudo i limiti di queste formazioni di protesta?

«In genere sì. Ma ci sono alcuni esempi di buona riuscita a livello di governo locale: Lega, Rassemblement national, Fpö. Un processo di adattamento graduale a responsabilità istituzionali può dunque essere possibile».

Che fine farà il M5s dopo le ultime mosse di Conte?

«Dipende. Se insisterà a presentarsi come un movimento progressista collocato a sinistra del Pd, data la concorrenza di Leu, Potere al popolo e altri piccoli gruppi rischia di finire su livelli molto bassi, dalle parti del 5%. Un rilancio dell'impostazione originale del movimento potrebbe aprire spazi più ampi, ma mi sembra impossibile con alla testa Conte, che impersona la negazione di quel modello e di quello stile. Il leader ideale sarebbe Di Battista, ma probabilmente è troppo tardi per creare le condizioni di un suo rientro».

Conte tornerà ad essere decisivo nelle prossime elezioni di settembre? Magari ipotizzando un'alleanza con Verdi, frange «cattoliche» e di sinistra extra Pd...

«Non reputo la sua figura adatta a guidare un simile rassemblement, che già in partenza sarebbe gravato di contraddizioni. La stella di Conte nel firmamento politico italiano mi pare sulla via dell'estinzione».

E Di Maio? Sarà destinato all'oblio politico?

«Di Maio si porterà dietro, agli occhi di quegli elettori del M5s ancora disposti a confermare il voto del 2018, l'immagine del traditore preoccupato solo del proprio futuro personale».

E quindi?

«Per lui potrà forse esserci la possibilità di rientrare in Parlamento attraverso qualche alleanza con spezzoni dell'arcipelago centrista, ma la grande maggioranza di coloro che lo hanno seguito nella scissione certamente non avrà la stessa fortuna e l'ipotetico nuovo movimento deflagrerà subito dopo le elezioni».

Ancora

Italia e Italexit di Paragone potranno replicare in qualche misura l'exploit del M5s?

«Malgrado qualche sorprendente dato di sondaggio, ne dubito fortemente, anche se Italexit una piccola nicchia potrebbe occuparla».

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