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Se si torna alle urne? Il centrodestra cresce e i 5 Stelle calano

Per quasi un italiano su tre la Lega aumenterebbe i voti. Ecco cosa potrebbe cambiare con un ritorno alle urne

Se si torna alle urne? Il centrodestra cresce e i 5 Stelle calano

N el momento in cui scrivo queste righe (ma la situazione si evolve continuamente in direzioni non previste o immaginate) sembra proprio che il governo Lega-M5s possa vedere prossimamente la luce. Nessuno sa per ora quali saranno i suoi componenti, né, ciò che è ancora più importante, quali saranno i programmi e quali i provvedimenti che intende varare nei decisivi primi cento giorni e che daranno da subito l'immagine dell'esecutivo.

Appare così forse scongiurata una prospettiva temuta da molti dei protagonisti: quella di nuove elezioni, magari nel pieno dell'estate. Ciò nonostante non si tratta di una possibilità da escludere completamente. Se l'idea di consultazioni a fine luglio può, con la nascita dell'esecutivo, dirsi esclusa, rimane infatti la possibilità che il nuovo governo abbia una durata limitata a causa dei dissidi tra le sue componenti (in questi giorni si sottolineano i punti di convergenza dei loro programmi, ma una lettura attenta di questi ultimi mostra inequivocabilmente che le divergenze sono assai di più) e che invece si voti nell'autunno o nella primavera prossimi.

Anche per questi motivi, può essere interessante continuare a tener d'occhio i possibili risultati del voto nel caso si andasse comunque a elezioni anticipate. Al riguardo sono stati effettuati, proprio in questi giorni, numerosi sondaggi, tutti con esiti pressoché analoghi. Vale a dire, stabilità (con un lieve calo) del M5s, tenuta (e, anzi, modesta crescita) del Pd, forte incremento della Lega, calo di Forza Italia e di Fratelli d'Italia (ma, ciò nonostante, incremento del centrodestra nel suo insieme).

Ma, al di là dei risultati dei sondaggi sulle intenzioni di voto (talvolta inevitabilmente fallaci, per molteplici motivi), qual è la previsione degli italiani sugli esiti delle possibili elezioni? Secondo i nostri concittadini, l'esito sarà pressappoco lo stesso del recente voto di marzo o qualche partito ne potrebbe essere davvero avvantaggiato?

L'istituto Eumetra MR ha posto nei giorni scorsi un quesito siffatto ad un campione rappresentativo dei cittadini al di sopra dei 17 anni di età. La maggioranza relativa (ma non quella assoluta: si tratta di poco meno di un terzo degli intervistati, pari al 31%) ritiene che il possibile esito sarebbe sostanzialmente eguale a quello delle consultazioni appena avvenute, con piccoli e poco significativi spostamenti di consenso. Sono di questo avviso soprattutto gli elettori più anziani (specie casalinghe e pensionati), spesso meno attenti e interessati alle vicende politiche.

Questa opinione è al tempo stesso relativamente più «gettonata» da chi esprime l'intenzione di votare Pd (38% di costoro esprime questa previsione) e, in misura ancora maggiore, sa chi si dichiara indeciso sulla scelta da compiere (38%, spesso, anche in questo caso, a causa dello scarso interesse verso la politica).

Ma una quota quasi altrettanto ampia (28%) del campione prevede (coerentemente ai sondaggi sulle intenzioni di voto e, forse, influenzata anche da questi ultimi) una crescita sostanziale della Lega. Si tratta, in questo caso, specialmente di persone normalmente più attente alla politica, come possessori di titoli di studio più elevati (specie laureati), imprenditori e liberi professionisti e residenti nel Nord-Est (dove, come è noto, la Lega miete molti consensi). E, naturalmente, l'ipotesi di un sostanziale incremento del Carroccio è significativamente più diffusa tra gli stessi elettori leghisti, ove raggiunge il 43% (ma non la maggioranza assoluta).

Sono invece poco meno (un intervistato su cinque, 21%) coloro che prevedono, in caso di nuove elezioni, un incremento dei voti per il Movimento cinque stelle. Oltre agli stessi elettori pentastellati (43% di costoro indica questa possibilità) risultano inclini a questa opinione le persone in cerca di occupazione e i residenti al Centro e al Sud. Viceversa, percentuali sostanzialmente minori di rispondenti indicano altre possibilità, come un possibile incremento di Forza Italia (lo prevede il 4%) o del Pd (8%, anche la maggioranza degli elettori Pd esclude questa possibilità). Non pochi (18%), infine, sono coloro che dichiarano di non sapere cosa rispondere e si astengono dal formulare qualsiasi previsione: una scelta che appare relativamente più frequente tra gli elettori residenti al Sud.

Sin qui le previsioni degli intervistati sull'esito delle possibili nuove elezioni. Previsioni che in passato (anche in occasione delle ultime consultazioni) si sono rivelate molto vicine alla realtà che si sarebbe poi manifestata. Il che ci suggerisce che una consultazione nei prossimi mesi porterebbe con ogni probabilità a un risultato simile a quello del marzo scorso o, forse, a un incremento dei consensi per la Lega.

Una eventualità, questa, che spiega molti dei comportamenti dei partiti di questi giorni.

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