Se il tradimento sul web diventa il Grande Fratello delle corna

Una volta la scappatella restava sigiollata nella nostra coscienza, ora basta dare un'occhiata a una pagina per finire bollato come fedifrago

Se il tradimento sul web diventa il Grande Fratello delle corna

Nega tutto, nega sempre, nega anche e soprattutto l'evidenza. Un tempo poteva forse bastare, oggi è altamente insufficiente. Prima della internettizzazione delle corna, prima che l'attacco hacker a un sito web per incontri extraconiugali esponesse in Rete la lista dei colpevoli d'adulterio, la mera contemplazione di una scappatella restava sigillata nello scrigno della propria coscienza. Adesso invece basta dare un'occhiatina a una pagina on line per essere inchiodato nel ruolo del fedifrago per forza. Con la violazione dei dati di 39 milioni di utenti «anonimi», ai quali AshleyMadison.com garantiva la riservatezza, il paradiso on line dell'infedeltà, praticata o anche solo immaginata, si trasforma in un incubo off line per una lista sterminata di uomini (oltre il 90% degli utenti), caduti presto vittima di tentativi di estorsione per «non vedere la tua vita rovinata». Secondo il verbo garantista applicato alla vita di coppia e non solo dei tribunali, la semplice conoscenza di un sito web non può assurgere a prova d'infedeltà conclamata. Tutto sommato sarebbe meglio dare sfogo alle proprie umane curiosità off line, nel mondo reale, dove non cadi vittima di agguati informatici ma devi tutt'al più badare a cellulari, avvistamenti e malelingue in servizio permanente effettivo. Per il resto nella vita reale vale la regola di cui sopra: nega tutto, nega sempre, nega anche e soprattutto l'evidenza. La schedatura in Rete invece comporta una gogna mediatica universale e senz'appello. «Ti sei persino registrato, sei un porco, sparisci dalla mia vita!», ce l'ha insegnato il film Amore bugiardo in cui la protagonista inscena il proprio omicidio per incastrare a vita il coniuge fedifrago: una donna tradita è capace di tutto. Gli avvocati cominciano a far di conto per pretendere gli alimenti in vista del divorzio, figli e parenti fino al quarto grado ti trattano alla stregua di un maniaco sessuale, i colleghi in ufficio si danno di gomito alla vista del «traditore». Al momento tre persone inserite nella «black list» degli adulteri si sono tolte la vita. Josh Duggar, paladino americano della famiglia tradizionale, si esercita in un mea culpa pubblico: «Sono il peggiore degli ipocriti». Il procuratore della Florida, Jeffrey Ashton, assicura al mondo intero di non aver mai tradito la moglie. Cercava soltanto di soddisfare qualche curiosità, ha detto. Un altro utente, un comune mortale, si giustifica tirando in ballo la morte per cancro della moglie e il desiderio di compagnia. Una donna trentenne, già una volta tradita dal marito habitué di AshleyMadison.com, non gli perdona la seconda defaillance e chiede pubblicamente rispetto per il proprio dolore. Assistiamo a un Grande Fratello delle corna che fa carta straccia della parola «privacy».

Affari privati diventano di pubblico dominio in un gioco al massacro in cui le vere vittime sono proprio loro, i presunti fedifraghi, colpevoli di aver inseguito l'evasione con un mezzo tecnologicamente avanzato ma perfidamente incontrollabile. Meglio le vecchie maniere, l'appuntamento al solito posto. Ché poi, parafrasando Molière, se essere cornuti vi sembra un gran male, una soluzione c'è: non sposarsi affatto.

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