Siamo esseri precari, ed è comprensibile l'amore che possiamo avere per l'esattezza della scienza. Il Dna è diventato il salvagente che ci evita di naufragare nei dubbi dell'umana esistenza: ci affidiamo a lui per avere una parola decisiva nei casi giudiziari e in altri, come in quello dell'uomo di Modena, padre di due gemelli, che scopre, attraverso il test del Dna, non essere suoi, o quello dell'operaia ravennate che viene a conoscere dopo 50 anni, grazie al Dna, l'identità del suo vero padre. Certo, i nostri antenati, gli antichi romani, erano molto indietro rispetto a noi quanto a conoscenza scientifica, ma quanto a saggezza possono ancora insegnarci.
Mater certa, pater semper incertus est, dicevano per metterci il cuore in pace con un rasserenante fatalismo, che avrebbe giovato, per motivi diversi, sia all'uomo di Modena, sia all'operaia ravennate. Il primo, dopo aver fatto i conti con la certezza scientifica, li ha dovuti fare con i giudici e la labile interpretazione della legge: i figli non sono suoi, ma se li deve comunque mantenere; la seconda, dopo aver passato metà della sua vita a dimostrare che suo padre non era quello che si diceva, passerà l'altra parte della vita a trattare con i giudici per avere il risarcimento richiesto di 4 milioni. La conoscenza scientifica ci fa procedere per le strade del mondo con maggior senso della giustizia, però ci sono casi in cui la verità scientificamente accertata sconquassa la vita. Meglio, allora, non sapere? Questo mai, verrebbe da dire con mente illuminata.
Tuttavia ci sono situazioni in cui sarebbe preferibile l'incertezza e il dubbio. Quando? Quando c'è un'altra verità, quella che non ci dà la scienza, ma la saggezza che ci fa comprendere le pieghe complicate della vita. Quell'uomo di Modena ha finito per aggiungere dolore al dolore: scopre di essere stato tradito, ma deve trattare da figli quelli che figli non sono. La scienza dice una cosa, ma la legge si regola attraverso la propria visione della giustizia che non ha, non potrà mai avere la certezza scientifica.
Mezzo secolo e il Dna dà ragione all'operaia ravennate: una verità che non solo non le cambierà la vita, ma gliela renderà ancora più difficile e angosciosa nella ricerca di quella giustizia che, sensatamente, mai riuscirà ad avere. La scienza ci cambia la vita, ma perché non ce la peggiori, sarebbe bene usare un po' di saggezza che ci fa ragionare con quel buon senso, non necessariamente scientifico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.