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Sea Watch 3, Calenda attacca la Meloni: "Va ricoverata in un TSO"

Il parlamentare europeo del Pd critica anche la gestione del caso Sea Watch: "I migranti vanno fatti sbarcare, gli altri paesi UE coinvolti se ne devono fare carico"

Sea Watch 3, Calenda attacca la Meloni: "Va ricoverata in un TSO"

La Sea Watch 3 è al centro delle recenti questioni relative all'immigrazione verso l'Italia: la "capitana" Carola Rackete verso le 14.00 di ieri ha annunciato di aver varcato i confini delle acque territoriali italiane. Pronte sono state le reazioni da parte dei maggiori profili politici tra cui Giorgia Meloni, la quale ha tracciato la linea ideale che il governo dovrebbe intraprendere: "La Sea Watch è una nave che deve essere sequestrata, l’equipaggio deve essere arrestato, gli immigrati che sono a bordo devono essere fatti sbarcare e rimpatriati immediatamente e la nave deve essere affondata come accade per le navi che non rispettano il diritto internazionale".

Non si è fatta attendere la risposta di Carlo Calenda, che con un Tweet si è duramente espresso sulla questione: "I migranti vanno fatti sbarcare, gli altri paesi UE coinvolti (che fanno esattamente quello che fa Salvini) se ne devono fare carico, il regolamento di Dublino concretamente superato, la Meloni ricoverata in un TSO".

L'appello a Conte

Intanto nella giornata di ieri Nicola Zingaretti ha preferito rinunciare alla passarella del Pd a Lampedusa. Il segretario nazionale dem si è rivolto esplicitamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Stiamo assistendo a un dibattito surreale e indegno per un Paese civile. Paese il cui Governo, le ricordo, non è stato rappresentato dal Ministro dell’Interno Salvini in sei vertici su sette che si sono svolti con i rispettivi ministri degli Stati europei, sede autorevole per porre il tema di una politica comune sui migranti a livello Ue". Zingaretti ha poi sottolineato che "il Dl Sicurezza bis recentemente approvato dal suo Governo prevede che la decisione sulla chiusura dei porti debba essere presa di concerto tra il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, informando il Presidente del Consiglio".

Un appello al premier è stato rivolto anche da parte

dell'Azione Cattolica Italiana: "Chiediamo alle istituzioni il coraggio di rinunciare a una inutile prova di forza, dimostrando un sussulto di umanità che renderebbe orgogliosi gli italiani".

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