La segretaria all'Istruzione Usa? Da bocciare

In pratica: perfetta per educare la nazione (a suon di botte?) e per minacciare un'istituzione come Harvard. Tutto molto divertente, alla fine: ma c'è davvero da ridere?

La segretaria all'Istruzione Usa? Da bocciare
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Eppure, diciamolo: sarebbe stato bello se quelle correzioni da maestrino con la penna rossa le avesse fatte di suo pugno il rettore di Harvard Alan Garber. Ma anche così, se è vero che giornalisticamente non si dovrebbe mai rovinare una bella notizia con la verità, in tempi di social il confine tra il vero è il falso riesce a diventare ancor più grottesco. E - sapete? - alla fine la notizia è perfino più bella.

Insomma: capita che Donald Trump ce l'abbia con una delle università più famose al mondo (troppo liberale, troppo inclusiva, troppo Lgbtqi+, troppo pro Pal, troppo e basta) e incarichi la sua Segretaria all'Istruzione Linda McMahon di mandare una lettera di minacce che annuncia i tagli delle sovvenzioni statali. La causa? L'insubordinazione nei confronti del governo, che vuole un controllo diretto sui docenti.

Fin qui non farebbe tanto ridere, se non fosse che su internet compare la presunta risposta del rettore, composta dalla medesima lettera corretta nella sintassi e nella grammatica appunto con la penna rossa. A quel punto al mondo si sganascia (il tutto sarebbe perfetto per una puntata della Gialappa's) e Garber diventa l'eroe del pianeta. Però poi la risata di spegne quando si scopre che le correzioni sono invece di un utente di Slope, un social network, che fa una cosa tipo le sculture di Modigliani: corregge, pubblica tutto e inneggia alla vittoria di Harvard contro il despota col ciuffo. Non era vero.

Che delusione, direte voi, e invece no, perché nel magico mondo di Trump la realtà è ancora meglio della fantasia. Vero è, in pratica, che Garber non ha fatto nulla (e si è pure rinchiuso dietro un «no comment»), ma la lettera è incredibilmente reale, gli errori pure, la Segretaria anche. O meglio: è assolutamente certa la sua ignoranza. Le tre pagine infatti riportano congiuntivi a capocchia, espressioni incomprensibili, parole fuori luogo (tipo «Harvard sta portando avanti un modello sistemico di violazione della legge federale», che invece sarebbe sistematico), tanto che sarebbe bastato solo un maestro elementare - altroché un rettore universitario o un burlone social - a rimandare la candidata a settembre.

D'altronde però la McMahon ha un curriculum di tutto rispetto: il suo percorso professionale è tutto nel mondo degli affari e dell'intrattenimento, e con il marito Vince ha pure fondato la World Wrestling Entertainment. In pratica: perfetta per educare la nazione (a suon di botte?) e per minacciare un'istituzione come Harvard. Tutto molto divertente, alla fine: ma c'è davvero da ridere?

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