A vrebbe potuto continuare la carriera sportiva, ma quel male oscuro che lo logorava da quando la sua storia d'amore era finita ha finito per consumarlo. E così un giovane calciatore del Tuttocuoio (serie D) venerdì sera ha raggiunto la ex fidanzata, l'ha costretta a salire in auto, l'ha uccisa e infine si è tolto la vita. L'ennesimo femminicidio si è consumato in Toscana, tra Prato dove viveva la vittima, Elisa Amato, di 30 anni e San Miniato, dove il suo corpo è stato trovato insieme a quello del suo assassino, il 25enne Federico Zini, in un parcheggio. I due corpi privi di vita sono stati notati all'interno di un'auto solo il mattino dopo, quando l'allarme per l'assenza di Elisa era già stato lanciato. Il giovane non accettava la fine della relazione, terminata in maniera non burrascosa circa un anno fa. Ancora un mese fa le scriveva: «Sei tutto per me». Nessuna risposta. Rispetto ad altre situazioni analoghe, però, nulla avrebbe lasciato presagire un finale così tragico. Nonostante Federico avesse tentato invano in più occasioni di riallacciare i rapporti con Elisa, quest'ultima non è mai arrivata a doversi rivolgere alle forze dell'ordine, né familiari e amici avevano sentore di stalking. Ma venerdì sera qualcosa si è rotto: Zini ha impugnato la pistola che deteneva legalmente per uso sportivo e ha lasciato la sua abitazione di San Miniato alla volta di Prato. A tarda notte è arrivato sotto casa di Elisa, commessa in un negozio d'abbigliamento a Firenze. L'ha aspettata fino alle 3, poi ha provato a convincerla a salire insieme a lui sull'auto del padre: il litigio in strada non è sfuggito ad alcuni testimoni, ma è solo quando qualcuno ha udito dei colpi di pistola che la situazione è precipitata. Non è ancora chiaro se in quel momento Federico abbia sparato a Elisa o se abbia esploso i colpi in aria per minacciarla e costringerla a seguirla. Sta di fatto che mentre i vicini chiamavano i carabinieri l'uomo si è messo al volante e la macchina è ripartita a gran velocità facendo ritorno a San Miniato, fino a parcheggiare davanti al campo sportivo di via della Vecchia Fornace. Qui l'epilogo, culminato con il suicidio del giovane calciatore. Dopo il ritrovamento dei due corpi, alle forze dell'ordine non è servito molto tempo per capire cosa fosse accaduto: nelle stesse ore in cui polizia e carabinieri cercavano di far luce sul litigio notturno e gli spari uditi dai testimoni, le ricerche portavano a identificare sia Elisa come la ragazza che non aveva fatto ancora ritorno a casa, sia l'auto del suo ex lasciata lì a poca distanza.
Gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza su alcuni punti ancora oscuri: non è chiaro, ad esempio, se il tragitto di 50 chilometri tra Prato e San Miniato sia stato percorso con Elisa già morta o se fosse stato ancora possibile salvare la ragazza. Oppure resta da appurare se il delitto sia maturato all'improvviso o se la pistola sia stata acquistata già con l'obiettivo di rivolgerla verso la sua ex fidanzata. I due giovani erano molto conosciuti nelle rispettive comunità. Federico Zini, attaccante, aveva iniziato la sua carriera nelle giovanili dell'Empoli ma dopo alcune esperienze in Lega Pro e in serie D, aveva deciso di cercare fortuna all'estero ed era andato a giocare anche in Mongolia, a Malta, nelle Filippine e in Bulgaria. Un infortunio l'aveva spinto a rientrare in Italia.
Elisa lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento di Firenze ed era volontaria della pubblica assistenza a Prato. All'indomani dell'omicidio-suicidio, il negozio di abbigliamento a Firenze dove la vittima lavorava è rimasto chiuso per lutto.
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