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Selfie, maglie del Milan e autografi: il Cavaliere è il mattatore in Aula

Tutti lo cercano. E lui scherza: «Mi trattano come una star...»

Selfie, maglie del Milan e autografi: il Cavaliere è il mattatore in Aula

Strasburgo - Fuori dalla torre luccicante del Parlamento europeo frotte di catalani in giallo e rosso manifestano chiassosamente per l'indipendenza della Regione spagnola, con bandiere, striscioni e megafoni. Dentro alla sala in cui si insedia la nona legislatura dell'Europarlamento il momento è solenne, ma sono i 29 deputati inglesi del Brexit Party di Nigel Farage a dare spettacolo indecoroso. Insieme ad alcuni sovranisti francesi e leghisti italiani, voltano le spalle o rimangono seduti quando suona l'inno alla Gioia, quello ufficiale dell'Europa.

Antonio Tajani, che per l'ultima volta presiede la seduta da numero uno, li riprende con forza, chiedendo quel minimo di rispetto d'obbligo anche se suona l'inno di un Paese straniero. È suo il discorso di apertura e poi lascia lo spazio al successore che sarà eletto oggi da tutta l'assemblea.

Polemiche, tensioni, ma anche gag e battute, nella grande aula semicircolare di Strasburgo. Il neoparlamentare Silvio Berlusconi è raggiante. «Mi trattano come una star, tutti in fila a fare le foto con me», sorride. In effetti, i cacciatori di selfie lo inseguono e lui non si sottrae.

Arriva anche l'eurodeputato leghista Gianantonio Da Re e gli chiede di autografare una vecchia maglietta del Milan, quello glorioso di quando c'era lui. L'operazione non è facile e per tenerla tesa sul banco parlamentare, mentre il Cavaliere scrive tra le righe rosse e nere, viene chiamata anche Susanna Ceccardi, sempre del Carroccio. Intorno si forma un capannello perché sport e politica vanno sempre d'accordo.

Sessant'anni separano Berlusconi dall'eletta più giovane, la danese Kira Marie Peter-Hansen, ma lui si sente entusiasta almeno quanto lei. Scherza, sorride, fa il mattatore. Anche per i corridoi del palazzo sono in tanti a riconoscerlo, a stringergli la mano, a chiedere una foto.

«Devo dire - sottolinea l'ex premier - che sono stato accolto con affetto da parte di tutti i parlamentari del Ppe, ma anche l'accoglienza di tutti gli altri parlamentari è stata molto simpatica e, quindi, sono felice di avere constatato che qui la mia voce sarà ascoltata con rispetto e che ci potrà essere l'occasione di interventi per difendere, naturalmente, gli interessi dell'Italia e degli italiani». In effetti il Cavaliere è una calamita: tutti da lui per una stretta di mano, un saluto, un consiglio o un modernissimo selfie. E lui non si ritrae certo: si concede volentieri a uno scatto con la giovane leghista Isabella Tovaglieri, vicesindaco di Busto Arsizio, salviniana di ferro, ma che con Berlusconi a due passi non resiste: «Presidente, presidente... Posso?». Pazienza se a Roma uno è al governo e l'altro all'opposizione. Il Cavaliere è la star. Punto. Primo giorno di scuola anche per il noto Antonio Maria Rinaldi, economista, volto televisivo dell'euroscetticismo salviniano. Si aggira a Strasburgo baldanzoso e va ripetendo che «anche Altiero Spinelli, oggi, direbbe le cose che diciamo noi della Lega». È arrivato fin quassù anche Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, figlioccio di Montezemolo, eterno enfant prodige della galassia piddina. Sorride, si scatta selfie e - come spesso accade - fa gaffe. S'immortala, infatti, davanti alla sagoma di Winston Churchill e twitta: «Grinta e democrazia liberale». E sui social non passa un minuto che tutti lo sbeffeggiano: «No Calenda, studia: Churchill era un conservatore...

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