Uomo mascherato da diavolo ha fatto irruzione ieri nella banca interna al Palazzo fuggendo con la cassa. «Sono disperato, non so più dove trovare i soldi!», s'è giustificato. Anche se tutto pareva farlo credere, non si è trattato di Matteo Renzi. Tutto, tranne un particolare: che il premier è di quelli che «non deve chiedere mai», cioè «non giustificarsi mai», rilanciare sempre, mai ammettere il vicolo buio nel quale si (ci) sta ficcando. Così, «i dati economici dipendono dai punti di vista, vanno letti per quello che sono»; «non siamo fuori dalla situazione di difficoltà, ancora c'è molto da fare, e questo impone di dover essere ancora più decisi... Ma chi avrebbe pensato venti giorni fa che dal Senato arrivava questo segnale bellissimo, la politica dimagrisce, un cambiamento storico». La ripresa «è come l'estate: arriva un po' in ritardo ma arriva». Ergo, gli italiani «possono fare le vacanze in tranquillità».
L'ottimismo renziano da ieri ha il «passo del maratoneta», dice lui, e si adatta a tutte le occasioni. Presumibilmente anche a tutte le stagioni. Ottimismo che va a suo merito, vista la situazione deprimente e considerato che il premier ieri ha ricevuto Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, s'è tenuto in costante contatto con il ministro Padoan, ha masticato amaro per i dati di Confcommercio e per quelli odierni dell'Istat, s'è sorbito le preghierine del ministro Alfano affinché l'Italicum abbia soglie che compiano il miracolo di non farlo sparire (Alfano non Renzi). Ma si sa che l'appuntamento decisivo, al riguardo, è quello di stamane con Berlusconi: vedrà Matteo dover cominciare a rifinire la nuova legge elettorale secondo parametri non sgraditi al leader di Forza Italia. Il quale, al momento, rinnova il proprio no alle preferenze e si dice pronto a rivedere la soglia di sbarramento al 4,5 per cento solo se Ncd torna verso Casa madre. Trattativa ardua, ma Renzi - che giovedì potrebbe essere in aula al Senato - naturalmente è «ottimista».
Fortuna che l'intensa mattinata ha avuto anche momenti «veri», di quelli che «sennò neanche eravamo qui». Dopo aver freneticamente compulsato iPad , iPhone e filipposensi (l'insostituibile portavoce), Matteo è sceso nell'attigua Galleria Sordi per un rinfrescante bagno di folla: selfie come se piovesse ed eccentrica normalità da uomo qualunque per gonzi qualunque. Non è mancato il «casuale» acquisto di libri: data la cura nella preparazione, d'obbligo citarli. Forza lavoro , del leader Fiom Maurizio Landini (simbolo di feeling personale, ma anche di impegni futuri); Potente e turbolenta di Anthony Giddens, già padre spirituale dell'Ulivo (parlando d'Europa, sembrerebbe alludere alla Merkel, e indicare che tutto da Ella dipende); Lo Stato innovatore di Mariana Mazzucato ed Emozioni politiche di Martha Nussbaum (in pratica già slogan del cammino che verrà); la biografia di Jony Ive, partner spirituale di Steve Jobs (tanto per non sfigurare con Casaleggio) e infine Beethoven era per un sedicesimo nero di Nadine Gordimer (romanzo fortemente allusivo anch'esso).
Siccome il messaggio non sembrava ancora chiarissimo, il premier rientrato in ufficio ha quindi provveduto a metterli in bella posa sulla scrivania, mentre il paziente Sensi li fotografava e inviava per tweet .
Foto nella quale «casualmente» faceva capolino il dossier sulla riforma della scuola con un appunto, «Next: venerdì 8 agosto». Tanto per dire che, smaltita la figuraccia della Madia, si rimetterà tutto a posto a settembre. Come sempre, statene certi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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