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La testimonianza di Sensi sul bullismo: "Mi chiamavano panzone"

In Aula, il deputato Pd racconta la sua esperienza personale per dire basta al bullismo: "Una volta un ragazzino mi gridò: 'Sensi mi fai senso', lo ricordo come fosse adesso"

La testimonianza di Sensi sul bullismo: "Mi chiamavano panzone"

Ieri, la Camera ha approvato la legge per la prevenzione al fenomeno del bullismo e per le misure rieducative dei minori. Il provvedimento è passato con 234 voti favorevoli, nessun contrario e 131 astenuti. E durante la discussione nell'Aula di Montecitorio, ha colpito l'intervento del deputato del Pd, Filippo Sensi, che ha raccontato la sua personale esperienza.

"Sono stato per tutta la vita e sono, cito, un cicciabomba, un cannoniere, un panzone, un trippone, una palla di lardo. Una volta un ragazzino mi gridò: 'Sensi mi fai senso', lo ricordo come fosse adesso", ha raccontato il deputato Pd ai colleghi, raccogliendo un lungo applauso. All'ordine dei giorno alla Camera c'era la discussione sulle misure contro il bullismo, che si sta sviluppando in particolare nelle nuove forme di 'bodysharming' e 'fasthaming', cioè la tendenza, fomentata dall'uso dei social network, a offendere, giudicare e deridere una persona per una sua caratteristica fisica.

Negli ultimi anni, Sensi, ex portavoce dell'allora premier Matteo Renzi, ha perso visibilmente molti chili, ma sembra parlare dell'obesità come se la sentisse ancora come qualcosa di presente, descrivendo quei chili di troppo "come diversità intollerabile, ridicola, degna soltanto di disprezzo e di derisione". Avendo vissuto il bullismo sulla propria pelle, il deputato invita i colleghi a "considerare con attenzione queste specificità poiché riguardano le questioni del corpo".

Poi il deputato confessa: "Chiunque mi conosce sa che sul mio peso scherzo, ci sorrido, lo esorcizzo, ma mi ci misuro ogni giorno e sento questo sguardo che pesa, che mi pesa, già, che mi pesa. Non tutti ci riescono e facciamo finta sia un passo avanti scherzarci su, ma quando sei ragazzo, o magari ragazza, è ancora più difficile, maledettamente più difficile". E non tutti riscono a scherzarci su: a volte "ci si chiude in casa e si seppellisce la derisione mangiando. Ancora, ancora e ancora. Il cibo come anestesia, stordimento per non sentirli più, per non sentirsi più. Perdersi lì dentro perché nessuno ci trovi, tanto nessuno ci cerca".

In Aula, il silenzio è quasi assordante e le parole di Sensi pesano come un macigno: "Il 'bodyshaming' e 'fatshaming' hanno conseguenze. Queste mortificazioni hanno conseguenze", ribadisce il deputato. Secondo uno studio dell'Università della Florida, infatti, questi fenomeni possono rischiare di far "ingrassare ulteriormente e notevolmente" le persone che li subiscono, portandole a comportarsi in modo "autodistruttivo" e alimentando "anoressia, bulimia, suicidio". Si insinua, nei ragazzi, una "vergogna per il corpo che abitano", dfficile da scacciare.

Infine, Sensi esponde la richiesta dell'ordine del giorno: "Fare prevenzione,

sostenere e supportare chi ne è vittima, evitando che la vergogna sia un destino ineluttabile, una condanna sancita dallo sguardo degli altri che può essere il gesto più violento e aggressivo di cui siamo capaci".

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