Economia

Senza i soldi del Recovery traballa già il superbonus

L'incentivo è a rischio dal 2022. Rinviate Plastic e Sugar tax, ma Confindustria rimane critica

Senza i soldi del Recovery traballa già il superbonus

La ripresa dell'Italia è affidata al sempre meno scontato Recovery fund e a una riforma fiscale tutta da definire. Il Documento programmatico di bilancio è stato spedito ieri a Bruxelles, con un ritardo di quattro giorni, che la Commissione ha tollerato ma che non depone a favore dell'Italia nella trattativa che verrà.

I contenuti del documento che anticipa la legge di Bilancio sono stati illustrati ieri sera dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Previsioni rispettate, con qualche sorpresa che getta ombre sulle ristrutturazioni edilizie.

Nel documento c'è la proroga dell'Ecobonus, del Bonus facciate e del Bonus verde ma nelle tabelle non compaiono invece riferimenti al Superbonus al 110 per cento. Poco prima della presentazione, il Movimento 5 Stelle si era espresso per una conferma del Superbonus almeno triennale.

Una volta rese note le tabelle, fonti del ministero dell'Economia hanno precisato che il Superbonus è già finanziato fino alla fine del 2021 (per il sisma fino al 2022) e che un'ulteriore proroga arriverà con i fondi del Recovery fund europeo. Una precisazione che apre un varco su un'altra caratteristica che rende il Dpb particolarmente fragile. Molte delle misure dipendono dal varo del Recovery fund, 209 miliardi tra sovvenzioni e prestiti (a questi ultimi a quanto pare non faranno ricorso Spagna e Portogallo).

Il documento quantifica l'effetto sul Pil del Piano di ripresa e resilienza (0,3% nel 2021, 0,4% nel 2022 e 0,8% nel 2023). Istituisce «un fondo per le anticipazioni del contributo Next Generation Eu». Il valore della legge di Bilancio 2021 sarà di quasi 40 miliardi, 25 in deficit e 15 portati in dote dal Recovery plan.

Ma il piano non è stato approvato dall'Europa e la trattativa potrebbe in qualche modo modificare caratteristiche del piano, che però è già parte integrante del bilancio italiano.

«Complessivamente il governo per il 2021 mobilita circa 70 miliardi di risorse per la ripresa», ha assicurato Gualtieri. Sforzo insufficiente secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Per la proroga della Cassa integrazione nel 2021 saranno stanziati 5 miliardi di euro. Prima ci sarà il decreto per coprire l'ammortizzatore per gli ultimi due mesi del 2020.

Sul fronte degli investimenti pubblici dei ministeri, quindi al netto del Recovery, il documento mira a sbloccare 50 miliardi in 15 anni.

La riforma fiscale sarà a tappe. L'assegno universale «per sostenere le famiglie con figli, che prevede fino a 200 euro per figlio», ha assicurato Gualtieri, partirà da luglio. Costo previsto, 5-6 miliardi, ha aggiunto il premier. Meno del previsto.

Con una legge delega partirà anche l'altra parte della riforma, tesa innanzitutto a semplificare la riscossione e riformare il processo tributario.

Poi la revisione delle aliquote Irpef, finanziata, «con 8 miliardi strutturali», ha assicurato Gualtieri che ha anche fortemente ridimensionato la possibilità che si scelga l'aliquota continua alla tedesca al posto dell'attuale sistema a scaglioni.

Sta in sostanza prevalendo la linea di Italia Viva di Matteo Renzi, così come su Plastic e Sugar tax, rinviate fino a luglio, come richiesto dalle imprese.

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